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Il CBT integrato per il trattamento del disturbo del sonno


 a) non è una psicoterapia: in Italia è in gran parte sconosciuto e assimilato sia dalla gente comune che dai professionisti alla psicoterapia, cioè un intervento mirato alla persona e non al disturbo specifico. Il CBT  è invece un intervento focalizzato sul disturbo del sonno.
 b) si basa su un modello multifattoriale esplicativo dell’insonnia
Il modello delle 3P di Spielman sostiene che alla base dello sviluppo dell’insonnia primaria ci sono tre fattori:
-fattori predisponenti  (età, genere, familiarità, tratti individuali)
-fattori precipitanti (stress, perdite, preoccupazioni)
-fattori perpetuanti (comportamenti e credenze disfunzionali per il sonno).
Il modello attribuisce pesi relativi diversi ai fattori predisponesti, precipitanti o perpetuanti a seconda che si tratti di un’insonnia transitoria o cronica.
Dall’insonnia transitoria si può passare all’insonnia cronica: nella maggior parte dei casi è normale qualche notte insonne e il sonno torna alla normalità dopo attenuazione o adattamento allo stress, ma negli individui predisposti le difficoltà di sonno possono essere più accentuate e, nel caso si sviluppino credenze errate e siano messi in atto comportamenti disfunzionali (fattori perpetuanti), l’insonnia può assumere un andamento cronico.
Anche l’arousal e l’arousability sono ritenuti fattore predisponente e perpetuante del disturbo di insonnia. I fattori cognitivo-comportamentali sono importanti modulatori dell’iperarousability.
Si può proporre un modello integrato secondo cui, almeno nell’insonnia primaria cronica, sono soprattutto i processi cognitivi e comportamentali a esercitare degli effetti negativi che incrementano l’arousal ostacolando il sonno o limitandone la funzione ristorativa.
 c) agisce sui fattori perpetuanti del disturbo
Coerentemente con il fatto che nell’insonnia cronica il peso maggiore è esercitato dai fattori perpetuanti, il CBT integrato interviene specificamente su questi. Senza agire, o intervenendo in minima parte, sui fattori che predispongono all’insonnia o sui fattori che l’hanno scatenata, mira a modificare abitudini, credenze, paure, che mantengono attualmente il disturbo.
 d) si basa su modelli psicofisiologici di regolazione del sonno
Il CBT è basato su  modelli quali il “doppio modello” di regolazione del sonno di Borbely:  il ciclo sonno-veglia è determinato dal processo S (fattore omeostatico) che in base alle ore di veglia determina la latenza di addormentamento, e dal processo C (fattore circadiano) che rende alcuni orari più favorevoli al sonno e viceversa.
Le variazioni circadiane alla propensione al sonno sono regolate da un oscillatore circadiano che viene sincronizzato dal principale segnale temporale ambientale (Zeitgeber): il ciclo luce-buio (che può determinare ritardi di fase phase delay e aumenti di fase nella “notte soggettiva”).
L’oscillatore circadiano C determina la posizione di fase di 2 soglie: la soglia H (propensione all’addormentamento) e la soglia L (propensione al risveglio) che fluttuano in modo sinusoidale.
All’interno di queste soglie, oscilla il processo S cresce durante la veglia e viceversa.
Secondo questo modello il sonno tende ad iniziare quando i valori di S raggiungono la soglia H e a finire quando si avvicinano i valori alla soglia L. Il tutto è mediato sia dalle condizioni esterne (luce-buio) che dalle decisioni individuali (ritardare la messa a letto).
 e) è il trattamento elettivo per le insonnie primarie.
Il CBT integrato modifica e  gestisce i fattori considerati determinanti nel mantenere le IP nel tempo. Invece nelle insonnie acute che si verificano in periodi particolari in seguito a stress e perdite, è maggiore il peso dei fattori precipitanti. Pertanto le tecniche del CBT e l’azione sui meccanismi che regolano l’addormentamento può avere effetti limitati.
E’ un insieme di fattori cognitivi e comportamentali a mantenere nel tempo questo disturbo:
Fattori cognitivi-emotivi: tendenza alla preoccupazione, arousability
Credenze disfunzionali: ipervalorizzazione del sonno, perdita di controllo sul sonno
Disregolazione S: trascorrere a letto più tempo del dovuto, addormentamenti serali anticipati e sonnellini diurni riducono la pressione omeostatica del sonno
Disregolazione C:dormire in orari impropri altera gli orologi biologici circadiani
Fattori inibitori: comportamenti disfunzionali e reazioni condizionate inibiscono l’addormentamento e innalzano l’arousability.

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