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La valutazione di un progetto di intervento nel sociale

       
Più che parlare di valutazione, bisognerebbe parlare di “valutazioni” in quanto ogni oggetto, e quindi anche ogni progetto, può essere valutato differentemente secondo i criteri utilizzati.
Diversi sono gli attori interessati alla valutazione dei progetti psicosociali e ognuno di loro utilizza propri criteri di valutazione:
• Il legislatore/politico sarà interessato alla rilevanza sociale del problema sul quale interviene il progetto e alla sua legittimità;
• Gli amministratori saranno attenti a questioni di bilancio e valuteranno i costi e l’efficacia degli interventi;
• I finanziatori, oltre ad essere interessati ai costi, valuteranno la congruenza dell’intervento con il progetto che hanno deciso di approvare e finanziare;
• Gli utenti, sensibili alla rilevanza sociale del problema, valuteranno l’accessibilità dell’intervento, se i valori che questo veicola sono condivisibili e se le attività sono rispettose della loro dignità e dei loro diritti;
• Gli operatori sono interessati a comprendere se gli obiettivi del progetto vengono raggiunti attraverso la metodologia impiegata, se ci sono stati dei cambiamenti in itinere;
• Eventuali consulenti o ricercatori esterni assumeranno l’ottica e il punto di vista del loro committente, che può essere uno degli attori sopra menzionati.

Approcci alla valutazione
La valutazione può divenire un’occasione importante per la crescita professionale e la motivazione degli operatori psicosociali se viene realizzata innescando un processo di scambio e di riflessione.
In genere gli operatori sono motivati e collaborano volentieri alla valutazione dei progetti di intervento per diversi motivi:
La valutazione è l’unico modo per avere un feed-back, per capire se il lavoro produce cambiamenti o meno,
Perché lavorando in equipe è necessaria una verifica condivisa,
Per rendere visibili i risultati,
Per prevenire il burn-out,
Per contribuire alla condivisione di conoscenze tra gli operatori.
Due sono gli approcci più importanti della valutazione:
Approccio realista o razionalista alla valutazione: esistono situazioni oggettive, cioè date indipendentemente dai presupposti delle persone che osservano e dal contesto nel quale avviene tale osservazione, che determinano modalità di realizzazione e risultati degli interventi sociali. Il compito del valutatore è quello di trovare i metodi più adatti per misurare i risultati dell’intervento. Quest’approccio alla valutazione si fonda sugli stessi presupposti sui quali si basa il metodo logico-razionale alla progettazione.
Approccio costruttivista alla valutazione: ha gli stessi fondamenti dell’approccio concertativo alla progettazione; secondo tale approccio non esistono condizioni di oggettività in termini assoluti, cioè indipendenti dall’osservatore.
Ogni osservatore si porrà in atteggiamento valutativo rispetto a quel determinato intervento guidato dai propri presupposti cognitivi e quindi la valutazione non può essere considerata un insieme di procedure asettiche e neutrali.
La collaborazione tra operatori e valutatori è un’occasione per ripensare e riflettere sui percorsi intrapresi, per ridefinire gli obiettivi in termini più realistici e congruenti con le attività svolte, per interrogarsi e tentare risposte sugli elementi positivi e negativi del progetto.
Non ha senso intraprendere un percorso valutativo se:
Lo staff impegnato nel progetto è contrario alla valutazione;
Si prevede che i risultati della valutazione non saranno utilizzati o lo saranno solo strumentalmente;
Le risorse disponibili/attivabili per la valutazione non sono sufficienti.

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