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Le regole generali degli strumenti di intervento delle politiche economiche europee


Vi sono delle regole generali che governano la traduzione di una politica in una azione (concreta) economica -> METAREGOLE:

1)PROGRAMMAZIONE: impone a tutte le azioni comunitarie 4 step:
- PIANIFICAZIONE: identificazione delle variabili di rottura e delle difficoltà (“diagnosi” del problema mediante l’analisi dei dati disponibili in un certo settore); identificazione delle priorità e degli obiettivi à è un ATTO POLITICO (nel caso dell’UE è in capo a un Commissario);
- PROGRAMMAZIONE (in senso stretto): parte dalle indicazioni della pianificazione: decisione su cosa fare, con il denaro assegnato a dei precisi obiettivi, in maniera specifica -> è un ATTO AMMINISTRATIVO che provvede alla “messa sul mercato” dei fondi pubblici, secondo delle regole appunto fissate nella programmazione;
- ATTUAZIONE: messa in bando delle risorse (la comunità viene avvisata, con avviso pubblico, della disponibilità delle risorse, affinché tutti gli interessati possano usufruirne); selezione dei beneficiari;
- VALUTAZIONE E CONTROLLO: non avviene tanto alla fine, ma si divide in: VALUTAZIONE EX ANTE (verifica che avviene in fase ancora di programmazione), MONITORAGGIO IN ITINERE (“ispezioni” durante la realizzazione del progetto), VALUTAZIONE EX POST (ormai il progetto è realizzato, e la valutazione serve ad avere indicazioni sulle tornate successive).

2)COMPARTECIPAZIONE (PARTENARIATO): non è possibile mettere sul mercato delle risorse se prima non si è fatto un percorso prestabilito di ascolto e negoziazione con le parti economiche e sociali interessate -> in tutte e quattro le fasi suddette occorre coinvolgere:
- le parti economiche e sociali;
- le autonomie locali (regioni, province, comuni, consorzi di comuni).

-> Come devono essere coinvolte le parti?
Il problema principale, quando si agisce sul territorio, è scontrarsi contro le realtà locali, dominate dagli interessi politici, che impediscono una gestione razionale delle risorse. Si “litiga” anche per i parametri di valutazione.
La compartecipazione coinvolge il più alto numero di operatori economici al momento della pianificazione -> se non viene fornita prova dell’avvenuta concertazione, i fondi possono essere addirittura revocati -> si tratta di una regola molto rigida, che può andare a scapito dei nuovi Paesi membri dell’UE, non abituati a svolgere questa fase e non preparati a dover gestire razionalmente delle risorse scarse messe a disposizione dell’UE.

3)ADDIZIONALITÁ: dal momento che esiste la regola della sussidiarietà, ciò che è realmente necessario è solo ciò che l’ente locale non può fare da solo. La regola dell’addizionalità prevede che i fondi assegnanti dall’UE non vadano a sovrapporsi ai fondi già stanziati dall’amministrazione pubblica: il livello di spesa dell’amministrazione pubblica non deve decrescere in seguito all’introduzione di fondi comunitari. Se essa spendeva, ad esempio, 10 milioni prima dell’intervento dell’UE, deve spendere altrettanto dopo l’assegnazione di fondi comunitari: questi ultimi devono sommarsi a quelli già esistenti, al fine di finanziare un obiettivo ritenuto essenziale e che deve continuare a essere una priorità.
-> il problema si manifesta soprattutto negli anni di forte crisi: il livello di spesa normalmente cala in corrispondenza delle crisi economiche, quando l’amministrazione pubblica non può più sostenere la spesa degli anni precedenti -> quando vengono accettati i fondi comunitari, non è più possibile destinare propri fondi, prima assegnati al medesimo settore, a un altro ambito di spesa: se ciò accade, l’Unione Europea può bloccare i propri fondi à SANZIONE pesantissima.

4)COFINANZIAMENTO: l’UE mette i propri fondi a patto che la realtà locale metta altri fondi -> scattano delle proporzioni differenti a seconda delle disponibilità della realtà: pari misura, 50%, 70%, 90%, ecc.

5)PROPORZIONALITÁ: gli interventi devono essere proporzionali alle necessità: non è possibile destinare fondi senza misura, ma bisogna cogliere il livello adeguato di intervento. Le risorse economiche stanziate per un progetto devono essere proporzionate al progetto stesso e le aspettative sulla riuscita dell’intervento devono essere calibrate sulla base di tale proporzionalità.

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