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Le Basi Citologiche delle Funzioni Superiori dell’encefalo


I processi cerebrali che stanno alla base delle funzioni psichiche più elaborate della nostra specie quali il ragionamento conseguente, la percezione della realtà, la memoria, l’apprendimento, il sogno, l’uso del linguaggio, sono certamente assai complessi.
IL SONNO E IL SOGNO
Il nostro comportamento è segnato dal ritmo circadiano di sonno e veglia. Tutti gli uccelli e mammiferi dormono, e lo stesso vale probabilmente per tutti i vertebrati. Lo strumento che permette lo studio il sonno è l’elettroencefalogramma (EEG). Tali studi mostrano che il sonno si divide in stadi differenti. Nei mammiferi, a eccezione dell’uomo, si distinguono facilmente due fasi del sonno: il SONNO A ONDA LENTA e il SONNO REM (dall’inglese rapid eye movement, cioè dal rapido movimento degli occhi). Negli esseri umani il sonno si divide in SONNO REM e SONNO NON-REM. Il sonno non REM si distingue a sua volta in quattro stadi, dei quali soltanto i due più profondi possono essere considerati a onda lenta. Quando una persona si addormenta, essa entra in uno stadio di sonno non-REM, progredendo dallo stadio 1 a quello 4. Gli stadi 3 e 4 sono caratterizzati da un sonno a onda lenta molto profondo e ristoratore. Questo primo ciclo di sonno non-REM è seguito da una fase REM.
Nel corso della notte noi attraversiamo di norma 4 o 5 cicli di sonno non-REM /REM  circa il 20% del sonno è costituito dal sonno REM. Durante le fasi di sonno REM si manifestano sogni e incubi molto vivaci, accompagnati da rapidi movimenti dei bulbi oculari. Una caratteristica singolare del sonno REM consiste nel fatto che la muscolatura scheletrica risulta quasi completamente bloccata dai comandi inibitori provenienti dall’encefalo. Questo blocco può essere occasionalmente interretto da spasmi muscolari. La paralisi muscolare serve probabilmente a evitare l’esecuzione fisica delle azioni sognate; tuttavia occasionalmente durante le fasi non-REM si possono osservare fenomeni di sonnambulismo. Le diverse fasi del sonno sono accompagnate da considerevoli cambiamenti neurofisiologici. Il sonno non-REM è caratterizzato da una diminuzione dell’attività dei neuroni talamici e di quelli corticali. Nello stato di veglia la maggioranza dei nuclei telencefalici risulta costantemente attiva; i loro assoni proiettano al talamo e ad altre aree telencefaliche e presentano di norma terminazioni sinaptiche di tipo eccitatorio. Quando ci addormentiamo l’attività dei neuroni dei nuclei del tronco cerebrale decresce e le terminazioni nervose nel talamo e nella corticale rilasciano quantità minori di neurotrasmettitori. Questa mancanza di mediatore chimico riduce la sensibilità dei neuroni talamici e quelli corticali per cui l’elaborazione delle informazioni è inibita e si perde coscienza.

Tratto da ELEMENTI DI BIOLOGIA ANIMALE di Katia D'angelo
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