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La testimonianza della natura contro gli atei

Scriverà, inoltre, un trattato dal titolo Testimonianza della natura contro gli atei. In questo testo giovanile, Leibniz prende le distanze dal meccanicismo cartesiano. Cartesio evidenziava esclusivamente la natura corporea, e quindi meccanica, di tutti gli enti: il corpo è semplicemente res extensa. Per Leibniz non bisogna trascurare il fatto che tutti gli enti sono animati da un principio incorporeo, spirituale, per cui non sono semplici macchine. Per questo Leibniz rifiuta anche la fisica di Newton: anche lo scienziato inglese considera il mondo come un’entità meccanica spiegabile attraverso leggi meccaniche. Già in questo testo avanza l’idea, che poi sarà centrale in tutta la sua filosofia, che la ragione sufficiente delle cose sta nella volontà di Dio di creare il più perfetto mondo possibile. Per cui ogni ente, lungi dall’essere una semplice macchina, è inquadrato armonicamente nell’universo creato e la sua azione è finalisticamente orientata dalla volontà divina all’attuazione del migliore dei mondi possibili.

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