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La Scuola dei Padri apologisti

La scuola dei Padri apologisti nasce nella fase originaria della storia del Cristianesimo. La scuola si pone come obbiettivo principale la difesa della religione cristiana dagli attacchi dei nemici pagani ed eretici. I Padri di questa scuola elaborano, a tal proposito, delle apologie, in cui compaiono delle giustificazioni razionali della fede, le quali partono dal presupposto che la religione cristiana non vada imposta, ma spiegata. Solo così, infatti, si può ottenere un più largo consenso.
San Giustino martire è uno dei primi a dire che il Cristianesimo deve assimilare il meglio della sapienza pagana. Egli, infatti, afferma che la ragione deve dare consistenza filosofica alla sola ed unica Verità rivelata dal Verbo incarnato al mondo.
Taziano, invece, è ostile nei confronti della sapienza pagana. Per lui i filosofi greci non hanno scoperto nulla di concreto, tanto è vero che le varie filosofie antiche non hanno fatto altro che formulare tesi contraddittorie riguardo alla Verità.
Atenagora recupera la fiducia nei confronti della sapienza pagana. Ritiene, infatti, che la fede cristiana sia razionalmente giustificabile, e che il filosofo abbia il compito di far emergere il suo contenuto razionale.
Ireneo si batte in particolare contro lo Gnosticismo, indirizzo filosofico-religioso che si basa sulla concezione della possibilità di conoscere le Verità di fede per via esclusivamente razionale. Ma per Ireneo, come per tutti i teologi dell’età patristica e medievale, la ragione deve semplicemente spiegare la Verità che la fede ha già rivelato, e non fornire i contenuti della fede. Mentre gli gnostici, in definitiva, volevano proporre una via alternativa alla Verità della fede cristiana, Ireneo ribadisce l’esistenza di un unico Dio creatore del mondo ex nihilo.

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