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La Scuola dei Cappadoci

Anche i Cappadoci sono dotati di spirito metafisico, ma rispetto ai membri della scuola di Alessandria vanno oltre: essi sono consapevoli di dovere e volere conoscere Dio, ma sanno di non poter mai esaurire completamente questa conoscenza.
Gregorio di Nazianzo punta molto sulla spiegazione razionale dei dogmi del Cristianesimo: si sofferma in particolare sul dogma della Trinità. Il Concilio di Nicea (325 d.C.) fu indetto per risolvere una importante controversia sul modo di concepire la Trinità dovuta alla tesi di Ario (da cui deriva l’Arianesimo) che considerava Cristo come inferiore al Padre (adozione di Cristo). Gregorio di Nazianzo, ribadendo l’unica natura della Trinità e sua divisione in tre persone, effettua un tentativo radicale di razionalizzazione della fede.
Egli intendeva frenare l’eccesso e l’abuso della ragione per evitare l’insorgere di eresie.
S. Basilio dedica la sua attenzione soprattutto all’istruzione (ritorna la dimensione pedagogica della religione cristiana). Si afferma il problema della teologia negativa già affermato da Gregorio di Nazianzo: l’uomo non può conoscere Dio totalmente e lo potrebbe conoscere meglio dicendo ciò che Dio non è piuttosto che dicendo ciò che Dio è. Basilio, però, attenua la posizione di Gregorio. Dice infatti che di Dio si possono predicare attributi positivi che risultano essere più che convenienti, ad esempio Essere.
San Gregorio di Nissa (fratello minore di Basilio) pubblica uno scritto pedagogico dal titolo Sulla formazione dell’uomo, in cui parla del rapporto tra natura umana e divina.

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