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IL MARE INTERNAZIONALE E L'AREA INTERNAZIONALE DEI FONDI MARINI


Viene definito MARE INTERNAZIONALE quella zona sottratta al controllo totale o parziale di un singolo Stato e sulla quale è ancora applicabile il principio della libertà dei mari. In questo spazio tutti gli Stati hanno eguali diritti e possono liberamente, pur con il limite del rispetto della libertà altrui, procedere allo sfruttamento della pesca, delle risorse biologiche e minerarie, navigare e posare cavi. Libertà assoluta di navigare. Obbligo di prestare soccorso. Nessuno stato può assoggettare l'alto mare. Sinora non si sono affermate le pretese di alcuni Stati che tendono ad assicurare la loro presenza oltre la zona economica esclusiva, detta del mare presenziale, al fine di controllare la conservazione delle specie ittiche.
Concetto (anni '70) di patrimonio comune dell'umanità. Mare libero, a disposizione di tutti. I paesi in via di sviluppo hanno insistito affinché questo patrimonio comune venisse regolato da una disciplina di sfruttamento controllato per distribuire le risorse a tutti i paesi, anche a quelli meno avanzati teconologicamente che altrimenti verrebero schiacciati dai più ricchi. Montego Bay ha dato voce a quest'idea creando un'organizzazione internazionale, l'Autorità Internazionale dei Fondi Marini. Organi dell’Autorità sono: Assemblea - Consiglio - Segretariato - Impresa. Tramite quest’ultimo, l’istituzione partecipa direttamente allo sfruttamento, con il sistema dello sfruttamento parallelo, in base al quale l’attività è divisa in due fasi: quella attribuita alle imprese dello Stato che ha individuato le aree da sfruttare e l’altra attribuita all’Impresa. Tuttavia, allo stato attuale, a causa delle difficoltà di realizzazione, nessuna attività di sfruttamento è stata ancora avviata.

Tratto da DIRITTO INTERNAZIONALE di Alice Lavinia Oppizzi
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