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L’approccio strutturalista di V. Propp


Anche in questo caso i dettami dello strutturalismo ricercano una forma sottostante che renda conto di un giusto equilibrio e specificità e generalizzazione, tra individualità di ogni singola produzione e ripetitibilità delle strutture. Sulle basi dello strutturalismo nasce tra il 1910 e il 1920 la corrente dei “formalisti russi”, il cui impegno segna l’origine della linguistica strutturale.
Propp procede dunque in una doppia direzione: a) Comparazione: attraverso il confronto tra fiabe diverse si cercano gli elementi ricorrenti, costanti e portanti; b) Astrazione: una volta trovati gli elementi ricorrenti li si spoglia della specificità e li si rende “astratti” quindi “tipi”. L’astrazione avviene esulando dallo specifico personaggio e attrbibuendo un sostantivo indicante l’azione nonché la sua collocazione all’interno dello svolgimento della storia. I risultati vengono riassunti come segue: 1) Gli elementi costanti, stabili della favola sono le funzioni dei personaggi; 2) Il numero delle funzioni che compaiono nella favola di magia è limitato; 3) La successione delle funzioni è sempre identica; 4) Tutte le favole di magia hanno struttura monotipica. Tanto le funzioni narrative quanto le sfere d’azione si manifestano nelle concrete occorrenze superficiali grazie ad elementi diversificati che nel primo caso sono dei veri e propri comportamtni e nel secondo caso sono veri e propri personaggi.

Tratto da SEMIOTICA E COMUNICAZIONE di Niccolò Gramigni
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