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PTDS (DISTURBO DA STRESS POST TRAUMATICO)


Nel trattamento è meglio evitare l’impiego delle benzodiazepine, a causa dell’elevato grado di abuso di droga e alcool.
Gli SSRI sembrano essere il trattamento elettivo, gli antidepressivi triciclici e gli inibitori delle MAO rappresentano i farmaci di seconda o terza scelta, in alcuni pazienti possono risultare efficaci i beta-bloccanti e gli stabilizzatori dell’umore.
PSICOSI E SCHIZOFRENIA:
La psicosi è un insieme di delirio e allucinazioni, che include anche sintomi quali eloquio e comportamento disorganizzati e gravi distorsioni della realtà.
La capacità mentali del soggetto, la sua risposta affettiva e la sua capacità di riconoscere la realtà, di comunicare e di relazionarsi con gli altri sono compromesse.
I disturbi psicotici possiedono come tratto specifico sintomi psicotici, tuttavia questi ultimi possono essere presenti in altri disturbi senza però essere necessari alla diagnosi.
- I disturbi che richiedono la presenza dei sintomi psicotici ai fini diagnostici sono: la schizofrenia, il disturbo psicotico indotto da sostanza d’abuso, il disturbo schizoaffettivo, ecc;
- i disturbi che possono avere o meno i sintomi psicotici, poiché non essenziali per la diagnosi sono: la mania e la depressione.
La psicosi può essere:
1) psicosi paranoidea, che presenta:
     proiezione paranoidea: in cui il paziente crede che la gente stia parlando di lui, crede di essere perseguitato o vittima di una cospirazione;
     belligeranza ostile: in cui il paziente manifesta un atteggiamento ostile, risentito, mostra irritabilità, disprezzo e cattivo umore e tende ad incolpare gli altri per i problemi;
     espansività esagerata: in cui il paziente mostra un atteggiamento di superiorità, ritiene di avere poteri insoliti o una missione divina, e sente voci che pregano e glorificano.
2) psicosi disorganizzata-eccitata, che presenta:
     disorganizzazione concettuale: in cui il paziente dà risposte irrilevanti o incoerenti, utilizza neologismi e ripete certe parole o frasi;
     disorientamento: in cui il paziente non sa dove si trova;
     eccitamento: in cui il paziente esprime i sui sentimenti senza limiti, manifesta un eloquio affrettato, un umore elevato e un atteggiamento di superiorità, iperattività e instancabilità.
3) psicosi depressiva, che presenta:
     rallentamento e apatia: in cui il paziente ha un eloquio lento o blocco del linguaggio, movimenti rallentati, apatia verso se stesso e verso i propri problemi;
     sentimenti ansiosi di colpa e autopunizione: in cui il paziente mostra la tendenza a biasimarsi o a condannarsi, umore depresso, pensieri di suicidio, idee non volute e paure specifiche, sentimento di essere indegni o peccatori.
Tutti i tipi di psicosi, comunque, possiedono distorsioni della percezione (ovvero, l’essere tormentati da allucinazioni vocali che accusano, biasimano o minacciano punizioni; l’avere allucinazioni visive, tattili, gustative ed olfattive) e disturbi motori (ovvero, posture rigide, segni di tensione, sogghigni e risatine inappropriate, gesti ripetitivi, parlare e borbottare tre sé e sé, guardarsi attorno come se si udissero voci).

La schizofrenia mostra 5 dimensioni sintomatiche:
1) sintomi positivi, che comprendono: deliri e allucinazioni, eloquio disorganizzato e comportamento grossolanamente disorganizzato, catatonico o agitato;
2) sintomi negativi, che comprendono: appiattimento affettivo, alogia (limitazione nella fluidità e nella produttività del pensiero e dell’eloquio), apatia, anedonia e deficit dell’attenzione;
3) sintomi cognitivi, che possono sovrapporsi ai sintomi negativi e comprendono: disturbo del pensiero, uso inadeguato del linguaggio, con manifestazioni di incoerenza e allentamento dei nessi associativi, difficoltà di attenzione e compromissione dell’elaborazione delle informazioni, deficit di apprendimento seriale.
L’AUTISMO è anch’esso, come la schizofrenia, associato a tali difficoltà cognitive;
4) sintomi aggressivi ed ostili, che possono sovrapporsi ai sintomi positivi e che comprendono un’ostilità manifesta che si traduce in una violenza verbale o fisica, comportamenti autolesionistici;
5) sintomi depressivi e ansiosi.

QUATTRO VIE DOPAMINERGICHE: la dopamina sembra avere un ruolo chiave nella schizofrenia.
1) VIA DOPAMINERGICA MESOLIMBICA: collegata all’ipotesi dopaminergica della schizofrenia, secondo la quale una iperattività di questa via medi i sintomi positivi.
Infatti tutti i farmaci antipsicotici in grado di trattare i sintomi psicotici positivi sono dei bloccanti dei recettori dopaminergici D2;
2) VIA DOPAMINERGICA MESOCORTICALE: una carenza in questa via di dopamina, sembra comportare i sintomi negativi e alcuni sintomi cognitivi della schizofrenia; infatti un incremento della dopamina, in quest’area, potrebbe condurre ad un miglioramento di tali sintomi; ma poiché nella precedente via (quella mesolimbica) vi è già un eccesso di dopamina, un ulteriore aumento di essa, potrebbe in realtà peggiorare i sintomi positivi;
3) VIA DOPAMINERGICA NIGROSTRIATALE: un deficit di dopamina, in questa via, provoca disturbi del movimento, che possono essere riprodotti anche da tutti quei farmaci che bloccano i recettori D2 in questa via;
4) VIA DOPAMINERGICA TUBEROINFUNDIBOLARE: questi neuroni quando attivi inibiscono il rilascio di prolattina.

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