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INIBITORI SELETTIVI DELLA RICAPTAZIONE DELLA SEROTONINA (SSRI)


La loro proprietà consiste nell’induzione di un’inibizione potente e selettiva della ricaptazione della serotonina.
Le differenze tra gli SSRI e i TCA sono:
- gli SSRI hanno proprietà di ricaptazione della serotonina più potenti e selettive rispetto ai TCA;
- gli SSRI sono privi dei pericoli di sovradosaggio tipici dei TCA: mentre la somministrazione della dose di 15 gg dei TCA può essere letale, un sovradosaggio degli SSRI non causa mai o raramente il decesso.
MECCANISMO D’AZIONE: nella depressione si ha un deficit del neurotrasmettitore serotoninergico, e un’up-regulation (aumento) del numero dei recettori per la serotonina, compresi gli autorecettori presinpatici e i recettori postsinaptici.
Quando viene somministrato un SSRI, immediatamente si blocca la pompa per la ricaptazione della serotonina, che si traduce con un aumento della serotonina solo a livello somatodendritico (solo a livello del corpo cellulare nei nuclei del rafe) e non nel terminale assonico (e non nelle aree del cervello innervate dagli assoni serotoninergici).
L’aumento della serononia solo a livello somatodendritico ha come conseguenza la desensibilizzazione o down regulation degli autorecettori serotoninergici 1A somatodendritici che porta ad un aumento dell’attività elettrica del neurone serotoninergico. La conseguenza di ciò è il rilascio della serotonina a livello del terminale assonico; un aumento che quindi compare in ritardo rispetto all’aumento della serotonina a livello somatodendritico; ma questo ritardo è il risultato del tempo necessario perché si abbia la down regulation degli autorecettori somatodendritici serotoninergici e l’aumentata attività elettrica del neurone serotoninergico.
Questo ritardo spiega perché gli antidepressivi non migliorano immediatamente i sintomi depressivi e perché il meccanismo d’azione degli antidepressivi sia legato all’aumento dell’attività elettrica dei neuroni serotoninergici che è secondario all’aumento dei livelli di serotonina negli assoni terminali prima che un SSRI possa esercitare il suo effetto antidepressivo.
In altre parole, prima di mostrare la desensibilizzazione dei recettori serotoninergici postsinaptici, gli SSRI devono 1) bloccare la pompa per la ricaptazione, 2) aumentare la serotonina a livello somatodendritico, 3) desensibilizzare gli autorecettori serotoninergici 1A, 4) attivare il flusso di impulsi neuronali, 5) ed aumentare il rilascio di serotonina dai terminali assonali.
Diverse vie mediano le diverse azioni terapeutiche degli SSRI; e alla base degli effetti collaterali degli SSRI c’è la stimolazione acuta di almeno 4 sottotipi di recettori serotoninergici, 2A, 2C, 3 e 4.
Gli effetti collaterali, comunque, possono essere interpretati come la conseguenza di azioni indesiderabili della serotonina a livello delle vie di conduzione e di sottotipi di recettori indesiderabili.
Questo pare il prezzo da pagare, poiché non è possibile far sì che un SSRI agisca solo su determinati recettori e in specifiche sedi; esso deve obbligatoriamente agire dovunque la serotonina sia distribuita, ovvero in tutto il cervello e in tutto l’organismo. Fortunatamente, gli effetti collaterali degli SSRI sono più un fastidio che un pericolo e in genere si attenuano con il passare del tempo.
Sebbene gli SSRI condividano il medesimo meccanismo d’azione, lo stesso profilo terapeutico e i medesimi effetti collaterali, i singoli pazienti spesso reagiscono in modo molto diverso ad un SSRI rispetto ad un altro; ciò sembra sia imputabile alle caratteristiche farmacologiche diverse per ciascuno di essi, in effetti non esistono due SSRI che condividano gli stessi meccanismi farmacologici secondari, i quali possono essere responsabili del fatto che un farmaco sia più o meno vantaggioso in una tipologia di pazienti rispetto ad un’altra.
Talvolta, solo il tentativo terapeutico con diversi SSRI può portare al miglior accoppiamento farmaco-paziente.

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