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Modelli strutturalisti


Il termine strutturalismo deriva dall'applicazione all'analisi della cultura della linguistica "strutturale", legata al nome di Saussure (1916), che aveva spostato il fuoco d'interesse della linguistica dalla descrizione storica dello sviluppo delle lingue all'analisi della struttura interna del linguaggio inteso come una combinazione non casuale di segni.
Il principale esponente del metodo di analisi strutturale applicato alla cultura è l'antropologo Levi-Strauss, influenzato sia da Durkheim che da Mauss.
Ma mentre Durkheim e Mauss sono interessati a studiare i legami esistenti tra cultura e altre caratteristiche del sistema sociale, Levi-Strauss si concentra ad analizzare la cultura considerata in se stessa, come si esprime nell'arte, nel rituale, che vede come la rappresentazione di superficie di una struttura profonda della mente umana. Ritrova alla sua base la predisposizione generale della mente umana a pensare e a classificare le cose in termini di opposizioni binarie. Lo strutturalismo ha influenzato molti pensatori, non solo francesi, ma anche inglesi, che hanno applicato l'analisi strutturale a società e istituzioni particolari. In Francia lo strutturalismo si è avvicinato al marxismo, dando vita a una scuola marxista-strutturalista, in cui i principali esponenti intendevano rileggere Marx, mostrando che le formazioni sociali sono combinazioni strutturate di tratti distintivi. Questa prospettiva, che ebbe specialmente negli anni 70 una certa influenza sulla sociologia italiana e inglese, era molto astratta e applicava l'analisi strutturalista alla società e non alla cultura.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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