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I rischi di mercato


Per rischio di mercato si intende il rischio che le variazioni dei prezzi tipici dei mercati finanziari influiscano sul risultato economico della gestione Questi prezzi sono tipicamente:
- i tassi di interesse
- i tassi di cambio
- i prezzi (in genere quotazioni) dei valori mobiliari e di altre attività finanziarie negoziabili (diverse dalle valute)
Con riferimento ad essi si parla rispettivamente di
Rischio di interesse, ad esempio nella concessione di un mutuo
Rischio di cambio, ad esempio nell’emissione di una passività finanziaria denominata in valuta diversa da quella in cui l’emittente formalizza la propria attività economica
Rischio di prezzo, ad esempio nell’acquisto di un titolo azionario
I rischi di mercato riguardano tutti gli intermediari che esercitano l’intermediazione creditizia e/o quella mobiliare con assunzione di posizioni in proprio e quelli che comunque detengono un portafoglio di attività finanziarie negoziabili (ne sono pertanto direttamente esclusi gli intermediari che si limitano ad attività di negoziazione delegata).
Quindi il rischio di mercato si concreta solo ed esclusivamente quando l’intermediario "prende posizione". "Prendere posizione" significa fare una scelta di investimento o di finanziamento a date condizioni, il cui risultato reddituale potrà rivelarsi a posteriori più o meno soddisfacente a causa dell’imprevista modificazione delle variabili (interesse, cambio, prezzi) che concorrono a determinare il risultato stesso.
Sembrerebbe che quante più posizioni prenda l’intermediario, tanto maggiori sono i rischi che esso assume, ma non è così, in quanto:
fra le diverse posizioni possono determinarsi effetti di compensazione dei rischi, per un principio di copertura reciproca, totale o parziale, dei rischi stessi. L’intermediario può prendere posizioni i cui rischi si elidono reciprocamente in tutto o in parte; in termine tecnico si dice che l’intermediario ha costruito una situazione di matching (nel caso contrario di mismatching) della posizione. Ad esempio nel caso del mutuo a tasso fisso, l’intermediario può compensare il rischio di interesse (matching) mediante l’assunzione di un indebitamento a tasso fisso per pari importo e pari durata.
all’interno dei portafogli di attività e passività detenuti dall’intermediario si producono situazioni di compensazione di natura diversa (non per effetto di matching) per effetto della correlazione. In questo caso le compensazioni avvengono fra posizioni dello stesso segno (attive o passive) e non di segno opposto come nell’ipotesi di matching.
Muovendo da un’impostazione statica a una dinamica del problema, con il cambiamento delle combinazioni delle posizioni in essere, si modifica continuamente la struttura finanziaria dell’intermediario con effetto complessivo di aumento/dimunzione/stabilizzazione della complessiva esposizione ai rischi di mercato; da ciò si ricava che la gestione dell’intermediario ricerca e realizza continue opportunità di governo del rischio di mercato complessivo (risk management). In teoria sarebbe possibile gestire il complesso delle posizioni in essere in modo da annullare il rischio di mercato, ma nella pratica questa strategia sarebbe molto costosa e sarebbe incongruente con la funzione di trasformazione delle scadenze e dei rischi istituzionalmente svolta dall’intermediario.
Pertanto, l’esistenza di una componente fisiologica di rischio di mercato non compensato chiama in causa la funzione fondamentale del capitale proprio, la cui adeguatezza deve appunto essere valutata in rapporto al rischio complessivo in essere, non solo di mercato (interesse, cambio, prezzo) ma anche di controparte (credito, regolamento) e di variazione del livello generale dei prezzi.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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