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La massa


Secondo l’opinione di Darwin la prima forma di società umana sarebbe stata l’orda. I membri di questa sarebbero stati sottomessi dalla forza di un maschio potente a tal punto che, sostiene Freud, la primitiva forma di vita sociale, dell’orda lasciò negli uomini in maniera profonda i suoi segni.
Secondo Freud, gli aspetti più negativi delle masse (soprattutto quelli relativi alla coercizione da parte del capo) presentano delle affinità con le caratteristiche dell’orda primitiva: analogamente a quanto accadeva nell’orda primitiva, un soggetto riesce a predominare sulle masse delle società moderne che mette a profitto le sue doti e la sua forza superiore; gli uomini ritrovano nel leader della massa il padre che incuteva loro tanto timore e rivivono –chi più chi meno- l’antica disposizione umana nell’ambito dell’orda. Di questo rapporto col capo gli individui mantengono però una qualche consapevolezza e ciò garantisce loro una minima difesa nei confronti die pericolosi effetti derivanti dalla perdita della propria volontà.

Nella massa umana secondo Freud, si verifica una regressione verso un’attività psichica primitiva; questa regressione è accompagnata dai seguenti sintomi:
* predominio dell’affettività e della vita psichica inconscia;
* abbassamento del livello di coscienza
* incanalamento dei sentimenti e delle idee verso una stessa direzione.

Secondo Ortega y Gasset la massa comporta la perdita dell’individualità dell’uomo. Questi consacra dentro la propria coscienza l’assorbimento di luoghi comuni, pregiudizi, parvenze d’idee.
Secondo Le Bon, perché si abbia massa non è necessaria la presenza fisica e contemporanea degli individui; infatti è possibile che migliaia di uomini che non vivono vicino costituiscano una massa in determinati frangenti, spinti da forti emozioni (come possono essere quelle vissute nei confronti del proprio paese).
A differenza di Le Bon, che scorge nelle masse l’effetto del progresso tecnologico e il formarsi di un’accozzaglia di uomini, Marx vede nel fenomeno della massa la costituzione del proletariato egli crede nella forza di questa classe per attuare il mutamento dei rapporti esistenti tra capitalisti e proletari.
Secondo Wright Mills invece gli individui delle masse sono soggetti passivi sottoposti alla manipolazione dei mass media; i gruppi che oggi esercitano il potere sono quelli economici, gli eserciti, i governi: tra questi e l’individuo non esistono forme intermedie di associazione che consentano al cittadino di entrare in comunicazione con le unità di potere. Mills non scorge nelle società umane moderne sane forme di vita politica che permettano la partecipazione degli individui, ma piuttosto vede da un lato, comunità autonome così piccole da essere insignificanti e da non incoraggiare l’individuo a prendervi parte, da un altro lato, unità di potere così grandi e lontane da risultare inaccessibili.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA di Alessia Chiovaro
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