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La stratificazione e la mobilità sociale


Il concetto di classe. Classe e stratificazione sociale sono due concetti corrispondenti tra loro, ma che esprimono due diversi modi di prendere in considerazione le disuguaglianze sociali. Il concetto di classe corrisponde ad una visione della società caratterizzata dalla contrapposizione tra proletariato e capitalisti. Secondo Marx la società è divisa in due classi contrapposte in conflitto tra loro: quella di coloro che lavorano e quella di coloro che si appropriano del lavoro altrui. In questa immagine dicotomica della società gli interessi dei capitalisti si scontrano con quelli del proletariato: i primi si servono della proprietà dei mezzi di produzione per imporre il proprio potere e la propria cultura, mentre il secondo spinto dall’oppressione economica, passa allo scontro politico, rivoluzionario, al fine di modificare l’organizzazione sociale.
Marx fa inoltre distinzione tra classe “in sé” e classe “per sé”. La prima è costituita da gruppi umani non ancora coscienti della propria condizione e del ruolo che rivestono nella struttura sociale. Quando invece gli individui acquistano questa coscienza a danno origine ad una organizzazione allora di parla di classe per “se”. questa trasformazione non è determinata soltanto dalla consapevolezze che acquisisce il proletariato ma da una coscienza che si trasforma in azione conforme agli interessi della classe.
Per Marx quindi si ha un modello “popolare” caratterizzato da due classi antagoniste che riflettono il loro rapporto con i mezzi di produzione. l’elemento determinante di questo rapporto è dato dalla proprietà dei mezzi.
Oggi parlare di classi, proletariato e borghesia sta diventando sempre più cosa ambigua e difficile. Infatti sta entrando nel linguaggio un’accezione del termine classe piuttosto estensiva: con esso si designa qualunque tipo di raggruppamento che abbia ampiezza e una sua area di definibilità e così diventano classe i giovani, le donne, gli intellettuali, i politici, gli impiegati, etc

Il concetto di strato. I sociologi non marxisti non accettano nelle analisi delle moderne società industriali il concetto di classe sociale, poiché a loro parere, queste società sarebbero organizzate senza soluzione di continuità con possibilità di interscambio data dalla mobilità sociale. Questi sociologi preferiscono parlare di strato sociale piuttosto che di classe.
In sociologia per stratificazione si intende la rappresentazione di un cumulo di strati sociali composta da posizioni che hanno un valore diverso.
La società è concepita come costruita da una serie di starti sociali sovrapposti gerarchicamente: gli uomini sono considerati come appartenenti a starti differenziati e la loro collocazione è stabilita con criteri più o meno diversi a secondo dei valori dominanti nelle varie società. Di solito il criterio più diffuso fa riferimento al reddito, al prestigio sociale, al grado di cultura, alla professione, etc.

Le distinzioni di Max Weber. Mentre Marx fa un’analisi della società centrandola sui fattori economici, Max Weber, distingue nella società tre ordini: economico, sociale e politico.
A questi tre ordini corrisponderebbero tre diversi fenomeni di distribuzione del potere all’interno di una società, cioè le classi (fattore economico), i gruppi di status o ceti (determinato dall’onore) e i partiti (sfera del potere). Gli individui quindi possono venirsi a trovare in tre diverse posizioni.
Weber quindi rompe il carattere unidimensionale del concetto di classe introducento tre criteri distinti ma collegati tra loro: status economico (o ricchezza), status sociale (o prestigio) e status politico (o potere). [approccio multidimensionale].
Potere, ricchezza e prestigio possono essere indipendenti l’uno dall’altro, ma in pratica sono per lo più strettamente associati.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA di Alessia Chiovaro
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