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Concorrenza nel mercato. Che tipo di concorrenza è? E’ la vera concorrenza


La contendibilità di un mercato. La “teoria dei mercati contendibili” (formulata alla fine degli anni 70 e inizio anni 80) costituisce una profonda revisione della teoria classica della concorrenza, e sostituisce il tradizionale paradigma struttura-condotta-performance8 con quello della “contendibilità dei mercati”.
Il fattore che mete in crisi il paradigma struttura-condotta-performance è rappresentato dalle economie di scala che assai frequentemente si riscontrano nei servizi pubblici e che sono poste in contrapposizione con la numerosità delle imprese operanti sul mercato, facendo venire meno il teorizzato legame tra numerosità delle imprese ed efficienza del mercato. Il nuovo paradigma della contendibilità sostituisce l’elemento della numerosità delle imprese con quello della possibilità di entrata di nuovi concorrenti; la minaccia di entrata di nuove imprese induce quelle già esistenti all’assumere comportamenti efficienti e a praticare prezzi che consentono soltanto profitti normali o extra-profitti nulli e ad assumere comportamenti imprenditoriali tesi a minimizzare i costi.
La perfetta contendibilità di un mercato, dal punto di vista teorico, è subordinata al verificarsi delle tre condizioni: (Il grado di contendibilità di un mercato si misura da questi elementi).
* assenza di barriere all’entrata (soprattutto di barriere di natura tecnologica), ossia possibilità per l’impresa entrante di accedere alla stessa tecnologia delle imprese già operanti. 
* Assenza di barriere all’uscita; costituite da ingenti costi non recuperabili o costi sommersi (sunk cost) [es: la pista di un aeroporto, mentre es di capitale riutilizzabile:aeroplano]. Ciò si verifica con la concreta possibilità di impiegare per altri scopi produttivi i beni capitali utilizzati per entrare, ovvero rivenderli senza perdite.
* Le potenziali imprese valutino l’opportunità della entrata in riferimento ai prezzi fissati dalle imprese operanti, considerandoli dati esogeni non immediatamente reattivi all’effettiva entrata nel mercato (Il prezzo è un prezzo che risponde alla legge della domanda e dell’offerta.)
Il soddisfacimento di queste tre condizioni determina la “credibilità della minaccia” proveniente dai potenziali concorrenti. Tali condizioni (soprattutto le ultime due) raramente trovano riscontro nella realtà.
Qualora queste non si riscontrassero nella realtà, non è tuttavia escluso che esse possano essere artificialmente create attraverso l’intervento pubblico. (xes. si potrebbe impedire alle imprese operanti di effettuare riduzioni di prezzo prima che sia trascorso un certo periodo del tempo dal momento dell’entrata di una nuova impresa)
Un’altra circostanza che sollecita l’intervento pubblico ai fini “correttivi” del mercato è costituita dalla presenza di un regime tariffario differenziato per “aree di mercato”, con l’opportunità per i nuovi entranti di collocarsi esclusivamente nelle aree più redditizie (entrata puramente creamskimming). Un rimedio possibile consiste in un sistema di tasse e sussidi che rivelino realmente se l’impresa entrante è più efficiente di quella esistente, imputando alla prima anche i costi dei servizi meno remunerativi (anche se non prodotti) forniti solo dalla seconda.
Anche in ordine al problema dei costi non recuperabile la teoria della contendibilità offre una soluzione: una separazione operativa delle attività gravate dai costi non recuperabili dalle rimanenti attività di servizio. L’insieme delle prime verrebbe affidato alla gestione diretta dello Stato o dei governi locali, o sottoposte a forme di regolamentazione (monopolio naturale), mentre la restante attività del servizio sarebbe affidata ad impres pubbliche e private in regime di concorrenza.
In termini di politica per la concorrenza, la creazione di mercati contendibili richiede una frammentazione o separazione verticale delle attività di produzione, trasmissione e distribuzione, in quei servizi dove tali attività appaiono nettamente separabili e distinguibili (servizi postali, energia elettrica, gas, telecomunicazioni, per i quali il monopolio naturale è caratteristico di una parte soltanto dell’attività, in particolare delle fasi della trasmissione e distribuzione che, servendosi di reti, determinano rilevanti economie di scala; invece la fase della produzione dei servizi offre concrete possibilità per l’introduzione della concorrenza.

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