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La funzione del cinema nell'etnografia



Tornando al cinema, quale dovrebbe essere la sua funzione in etnografia ed antropologia?
Essenzialmente quella di offrire una restituzione critica o divulgativa, autorialmente spettacolarmente connotata, di contenuti specifici, tale restituzione però può avvenire all'interno di due scenari euristici diversi. Il cinema può essere innanzitutto mezzo di trasmissione di contenuti e di conoscenze già plasmati dall'autore, espressi anche attraverso altri media, in particolare la scrittura. Informazione e conoscenza sono state in questo caso costruite prima del film e in modo indipendente da esso. Il cinema è conseguentemente modo per dire le cose il altro modo per sottolinearne cioè gli aspetti particolari per parlarne ad un pubblico differenziato nel quadro di un contesto comunicativo peculiarmente connotato differente da quello ad esempio del libro. L'antropologo che voglia restituire la ricerca compiuta attraverso il cinema dovrà interrogarsi circa gli obiettivi comunicativi che vuole raggiungere e circa la congruità del mezzo impiegato. Bisogna dunque saper scegliere lo strumento di comunicazione in rapporto ai caratteri eidetici della realtà oggetto d'indagine e, ancora in rapporto a essi operare le necessarie tarature di linguaggio.
Faeta ritiene che attraverso il film si possano raggiungere 3 obiettivi niente affatto disprezzabili:
• contribuire ad allargare le forme di fruizione e il pubblico del discorso antropologico;
• sperimentare nel vivo della crisi che attraversa la scrittura logiche significative e forme espressive diverse;
• cercare tecniche di approccio all'oggetto, percorsi di costruzione del dato, realtà di osservazione e intervento nuovi.

Il documentario si pone come strumento di raccordo conoscitivo tra culture diverse. Lo spettatore, a meno di plateali forzature autoriali, ha minori capacità di elaborare significati informativi e simbolici perchè osserva una realtà che non conosce e che a volte si costruisce attraverso percorsi logico-formali diversi o opposti rispetto ai propri. In questo ambito diventa importante saper costruire i processi significativi non attraverso gli automatismi narrativi e sequenziali ma cogliendo la logica interna della significazione cinematografica, quella che consente a un film di “parlare”, a prescindere dai suoi contenuti, attraverso l'analisi del fotogramma.  Il cinema, anche quello documentario, è strumento di conoscenza molto particolare connesso con l'espressione artistica, le pulsioni affettive, il sogno. Ciò non toglie che esso vada posto sotto una critica razionale e scientifica cercando di cogliere gli elementi che presiedono alla sua costruzione e al suo impiego. Ancora anni e anni dopo la sua nascita, come scrive Barthes: Nato tecnicamente, talora anche esteticamente, il film deve ancora nascere teoricamente. Di questo statuto aurorale il film etnografico deve fare umilmente tesoro.

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