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Verso un' analisi del discorso: enunciati constatativi ed enunciati performativi


L'analisi del dialogo proposto prende il via  da un breve excursus nelle fondamenta dell'iniziale  dicotomia, all' interno dello stesso,  teorizzata da John Langshaw Austin. Tale dicotomia-considerata ormai superata persino dal suo stesso autore- pone l'accento sulla distinzione tra enunciati constatativi ed enunciati performativi.
Nel primo caso, si tratta  di enunciati descrittivi, che hanno la proprietà di essere veri o falsi in relazione alla realtà descritta.  Nello specifico, nel dialogo esaminato la frase di Sgarbi: “Solo perché sei ricco stai in una casa bella?”(6) , seppur interrogativa, lascia trasparire una “convinzione di verità” , solitamente trasmessa dai luoghi comuni.  Stessa considerazione vale per l' asserzione: “L' Italia fascista di quelli che  vogliono i  poveri nel brutto e i ricchi nel bello!”(8) , pronunciata sempre da Sgarbi. Il problema sorge quando si pensa che la convinzione espressa non può essere considerata una verità “a priori” ma, probabilmente, da verificare in riferimento alle singole situazioni. Inoltre, l'affermazione: “ La tragedia è che i poveri nell'orrore, purché abbiano le case”(12) è ancor più opinabile delle due precedenti.
Nel secondo caso, l'enunciato non può essere considerato né vero né falso, la sua funzione sta nel compiere un'azione e non descrivono nulla. Essi possono essere definiti felici o infelici. In questo dialogo sono presenti numerosi enunciati di tipo imperativo che possono essere ricondotti a tale categoria , dai ripetuti “Taci!”(35) (103) al “Tu non hai il diritto di dire quello!” (53) e “ Tu non ti devi permettere di dire” (71) di Mike Bongiorno. In questo  caso  possiamo parlare di infelicità, poiché non vi è un compimento  delle azioni verbali intimate in maniera adeguata, in quanto Sgarbi continuerà nella lite.
Si osserva, comunque, che i constatativi possono legarsi anche a condizioni di felicità/ infelicità, così  come performativi vengono valutati anche in termini di verità-falsità. Questa è la constatazione che, in sintesi, ha portato alla prematura crisi della suddetta dicotomia.

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