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L’incidenza del disturbo sociale grave nell’infanzia


Studi di Wing e Gould, ampione di 35 mila bambini tra 0/14 anni di cui 914 noti per qualche forma di handicap fisico/mentale, con lo scopo di scoprire quanti mostrassero una qualsiasi delle caratteristiche principali dell’autismo, rilevati 173 casi. L’autismo classico (Kanner) fu riscontrato con un’incidenza di 2/10000 in accordo con conoscenze precedenti, ma il + importante criterio diagnostico (grave disturbo sociale) era presente in 62 soggetto che non avevano una storia tipica di autismo, ma ritardo mentale molto grave che il loro repertorio comportamentale era molto limitato. Lo stesso tipo di disturbo sociale tipico dell’autismo si trova frequentemente in soggetto con ritardo mentale non autistici. Il disturbo sociale patologico risulta da una particolare sistema cerebrale che non funziona in modo normale (probabile patologia cerebrale diffusa) perciò alta incidenza del disturbo sociale grave; ma può esserci anche un danno esteso senza conseguenze sul sistema critico o un danno molto circoscritto che colpisce solo il sistema critico.

Il disturbo scoiale è identificato in 3 tipi distinti:

-    Riservato (bambino in gabbia di vetro): a scuola e a casa è tot ritirato in se stesso, non risponde agli approcci sociali o linguaggio, non usa il contatto oculare o lo evita del tutto, rifiuta le coccole, non cerca consolazione se addolorato, sembra non riconoscere la madre, ma non rifiuta tot il contatto sociale, avvicina le persone per i bisogni + semplici (mangiare…)

-    Passivo: accetta in modo indifferente gli approcci sociali da parte degli altri, fa quello che gli viene detto con rischi per sua condiscendenza, buon linguaggio, risponde volentieri e con tot sincerità, il contatto sociale fa parte della routine quotidiana ma non lo cerca spontaneamente, possibili attacchi d’ira per qualsiasi problema o cambiamento di routine

-    Strano: piace stare con gli altri e toccarli, non sa giudicare se l’approccio è gradito o appropriato, tendenze all’aggressione fisica, bisogno di sorveglianza continua

Tratto da L’AUTISMO. SPIEGAZIONE DI UN ENIGMA di Antonella Bastone
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