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Teoria standard del significato

TEORIA STANDARD DEL SIGNIFICATO


La nozione di significato nasconde due differenti livelli, si può scomporre in:
1. riferimento: l’oggetto o lo stato di cose a cui il segno linguistico rinvia nella realtà (“La sedia è nera”: la sedia è l’oggetto a cui ci si riferisce).
2. senso: il modo in cui si indica un oggetto (“La sedia è nera” = è un oggetto di colore nero che serve a sedersi).

Per es.: Venere per molti secoli è stata ritenuta una stella: il senso del termine stella del mattino e stella della sera era diverso, il senso era diverso ma il riferimento era lo stesso, perché si trattava comunque di Venere.
Per es.: “Creature coi reni” e “Creature con il cuore”: il senso è diverso, ma il riferimento è lo stesso.

Questa distinzione si riflette nel dualismo:
1. estensione: per rispondere in maniera estensiva si mostra l’oggetto (“Cosa è un gatto?” prendo un gatto e lo mostro).
2. intensione: per rispondere da un punto di vista dell’intensione si dà una definizione (“Cosa è un gatto?”: è un animale, ha i baffi,..).

Questa distinzione si applica a 
- singoli termini → “Andrea Rossetti” 
- predicati → “Essere calvo” 
- proposizioni → estensione: trovarne il valore di verità

Tratto da FILOSOFIA DEL DIRITTO di Francesca Morandi
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