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Thomas Hobbes, le leggi di natura

THOMAS HOBBES, LE LEGGI DI NATURA


La condizione dell’uomo è come quella di tutti gli altri animali, anche per quanto riguarda l’istinto di autoconservazione, che è un istinto primario.
La differenza fra uomo e bestia: la ragione, che ha una funzione generativa delle leggi di natura (≠ Locke: lume, posta da Dio). 
L’uomo è come tutti gli altri animali spinto dall’istinto primario alla sopravvivenza, ma la ragione gli fa porre la prima legge di natura: bisogna ricercare la pace (non intesa come pace perenne, ma come sicurezza personale).
La concezione di Hobbes dell’uomo è fondamentalmente egoistica: il fondamento della società è il singolo individuo. Anche quando ci sarà lo Stato politico quello che conta è la sopravvivenza del singolo.
Per trovare la pace con gli altri bisogna mettersi d’accordo, quindi è necessaria la seconda legge di natura: pacta sunt servanda (i patti vanno mantenuti). 
A questo punto si può stipulare un contratto: patto di unione tra consociati → i consociati con questo contratto alienano i loro poteri ad un’unica entità.
Nello stato di natura non ci sono diritti soggettivi. 
Ogni singolo individuo si spoglia di qualunque diritto, è un contratto a senso unico: l’entità non deve niente ai consociati.

Tratto da FILOSOFIA DEL DIRITTO di Francesca Morandi
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