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Comunicazione: rifiuto vs. disconferma

COMUNICAZIONE: RIFIUTO vs. DISCONFERMA


La maggior parte delle relazioni interpersonali hanno come obiettivo quello di avere una conferma del giudizio che ciascuno dà di sé, che è il più grande fattore singolo che garantisca la stabilità mentale (infatti non si può restare stabili remotamente per tanto tempo comunicando solo con se stessi)
Quando una relazione simmetrica si deteriora, gli scambi si fondano sul rifiuto di quanto l’altro sta affermando → “stai dicendo una cosa sbagliata” + “stai sbagliando”
Il rifiuto genera un litigio; il rifiuto contiene comunque un riconoscimento dell’altro come interlocutore
Quando una relazione complementare si deteriora, gli scambi si fondano sulla disconferma (negazione dell’altro come interlocutore) → “dici cose sbagliate o che non esistono” + “sei una persona sbagliata o che non esiste”
Per disconfermare qualcuno è sufficiente ignorarlo
La disconferma genera frustrazione e una resa senza combattimento, le cui conseguenze possono essere gravi (es. perdita d’identità, patologie di carattere psichiatrico..)
La differenza tra rifiuto e disconferma è che il rifiuto si applica all’oggetto mentre la disconferma si applica al soggetto; a chi sbaglia si può dare la possibilità di correggersi, mentre alle persone sbagliate no
Dare disconferme è connesso con l’impenetrabilità → mancanza di consapevolezza nella percezione interpersonale
È il nostro comportamento a informare l’altro di ciò che è lui per noi
È il nostro comportamento che l’altro interpreta e a cui retroagisce
È il nostro comportamento a dare una forma alla relazione

Tratto da LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE di Fabio Merenda
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