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Trasformare i conflitti

Trasformare i conflitti


Conseguenze negative del conflitto: rottura della relazione, incomprensioni, scontro continuo con conseguente perdita di energie e logoramento, dolore sia fisico che emotivo, si comincia a screditare l'altra persona, c'è un conflitto latente che non esplode ma implode (consuma da dentro le relazioni), non permette il raggiungimento di uno scopo comune (ad esempio nelle relazioni di lavoro), polarizzazione dei punti di vista, mancanza di comunicazione.

Aspetti positivi di un conflitto
: il conflitto porta sempre con sé un interessamento e un investimento (se il punto di vista di un altro non mi interessa non si genera neanche il conflitto), durante i conflitti si dice la verità e ciò che si pensa, può portare ad analizzare a fondo un problema in tutti i suoi aspetti, permette di mettere a confronto 2 punti di vista diversi, si possono scoprire risorse personali che normalmente non sono così evidenti (scopro una motivazione e una determinazione che pensavo di non avere), si può capire l'interpretazione dei fatti dell'altra persona e così il conflitto diventa un'ottima occasione di espansione di percezione del mondo.

Gli studi sui conflitti sono molto cambiati oggi, infatti per molti anni il conflitto era visto soprattutto in termini negativi.

Quando c'è un conflitto?

Vi è un conflitto quando un sistema (persona, gruppo, organizzazione, partito politico ecc) vivente non riesce a raggiungere il scopo perché un altro sistema (persona, gruppo, organizzazione ecc) vivente glielo impedisce --> laddove c'è un conflitto c'è sempre un legame, quando il conflitto finisce il legame non c'è più.

Il conflitto comunque è uno stato della relazione, in cui si manifesta un problema (è il contenuto del conflitto --> c'è qualcosa che non va nella relazione --> ad esempio nelle dinamiche di coppia ci può essere un pretesto, che non è il vero motivo del conflitto, ma lo è il problema alla base) che crea disagio (emozione --> se non crea disagio non è un conflitto --> nei gruppi si verifica anche il contagio emotivo, cioè se uno si arrabbia si arrabbiano tutti).

Rahim dice che il conflitto si manifesta con incompatibilità, disaccordo o dissonanza (ad esempio tra ciò che viene detto e ciò che viene fatto) all'interno e tra entità sociali quali individui, gruppi o organizzazioni (la psicologia di comunità si occupa di conflitti dentro i gruppi o fra gruppi). Eraclito, uno dei pensatori più antichi, dice: “polemos (il conflitto) è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dei e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi”.

Rischi del conflitto: riduzione della creatività (individuale e di gruppo), abbassamento della qualità delle decisioni comuni, limitazione dell'innovazione e dello sviluppo, danneggiamento delle relazioni e della comunicazione, degenerazione in forme di disagio sia personale che organizzativo.

Ci sono anche delle potenzialità nel conflitto: il conflitto è energia, quindi può essere un motore di cambiamento --> il conflitto è un serbatoio di energia, che può essere distruttiva e corrosiva oppure costruttiva --> il conflitto può essere un momento di conoscenza e consapevolezza del proprio ruolo e potere nella relazione.

A volte il conflitto si manifesta come bilancio delle forze in campo: si giunge a un equilibrio relativo dei poteri.

Storicamente vi sono 2 modalità di gestione dell'energia derivante dal conflitto:
1) negoziazione

2) mediazione --> entra in scena un terzo neutrale che fa da mediatore.
La particolarità della mediazione è che non è necessariamente un compromesso, ma a volte è una totale ristrutturazione dello scenario. Nella psicologia di comunità si fa così:
• Si valuta il conflitto (se è grave o meno)
• Si cerca di capire quali sono le opportunità che offre
• Si cerca di proporre un equilibrio dei poteri
• Si cerca di darsi dei tempi --> il conflitto deve raffreddarsi, però allo stesso tempo non si deve aspettare troppo
• Trovare delle forme

Generalmente nei confronti tra gruppi, le fasi sono le seguenti:
• Retorica iniziale
• Definizione della questione --> a volte i conflitti si sono espansi così tanti che non si capisce o non si ricorda più qual è il punto del conflitto
• Esplorare i diversi punti di vista
• Ampliare i punti di vista (esplorare degli interessi comuni inespressi)
• Proporre un'alternativa di soluzione --> cioè quello che viene chiamato terreno comune
• Accordo formale sul terreno comune --> il terreno dell'accordo abbassa il livello del conflitto, e permette di smettere di concentrarsi sui punti che fanno divergere e di concentrarsi su quelli che invece interessano a tutti

Criticità: ritorno alla retorica, negazione del problema principale, rifiuto della soluzione, arroccamento difensivo, trasgressione degli accordi formali.

Tratto da RICERCA INTERVENTO DI COMUNITÀ di Mariasole Genovesi
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