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Anni 50-60. Decolonizzazione e nuove realtà contro bipolarismo



Il processo di decolonizzazione farà sorgere altri protagonisti della vita internazionale, delineando un terzo mondo. Esso si propone come alternativa al bipoalrismo ma non riesce ad avere forza, restando coinvolto nelle trame bipolari. Decolonizzazione: scompaiono gli imperi europei e al loro posto sorgono nazioni indipendenti. Nel 1945 l'onu conta 51 nazioni sovrane, nel 65 sono 120, di cui 70 tra asia e africa. Boom demografico. Il mondo non industrializzato irrompe sulla scena mondiale. Le forze nazionaliste emergono da lunghe resistenze e dall'irrobustirsi di elites commerciali come in india e medio oriente. Nel 47 gandhi rende l'india indipendente, nel 48 la ENG lascia la palestina, nel 49 indonesia, a metà secolo l'asia è libera. Gli USA, contrari al colonialismo, temono anche i nazionalismi. Nel 56 londra e parigi muovono guerra all'egitto con israele per il canale di suez che era stato nazionalizzato. Ma gli USA condannano l'iniziativa e la fanno fallire. Ultimi atti nella guerra franco algerina (indipendenza nel 62). Negli anni 60 restano in africa solo possedimenti portoghesi. Emergono nuove nazioni come cina, egitto, indonesia e india. Conferenza di bandung dl 55: i governi di 29 paesi asiatici e africani contrappongono alla rivalita bipolare il principio di una cooperazione pacifica tra popoli, delineando nuovi schieramenti. Sorge cosi l'immagine di un terzo mondo che predica il non allineamento ed esige che alla rivalità bipolare si sostituisca una coperazione economica.

Tratto da STORIA DEL NOVECENTO di Dario Gemini
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