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Approccio Steineriano



Nasce nel 1919 (dopo prima guerra mondiale), nell’ambito di un’azienda di sigarette (Waldorf) che per dare la possibilità ai dipendenti di non lasciare a casa i bambini (siamo nel pieno dell’industrializzazione -> mondo dei bambini separato dal mondo degli adulti) ha istituito una scuola aziendale -> l’impostazione di questa scuola è stata affidata a Steiner -> l’impostazione è quella dell’antropostofia (cioè una corrente che mette al centro l’educazione orientata da 3 principi di base: il pensiero, la democrazia, rapporto con la natura). Nel documentario è presente una scuola (oggi chiusa) che è stata fondata da una cooperativa in Veneto, in cui viene mostrato il punto di vista degli studenti, degli insegnanti (qui chiamati accompagnatori) e dei genitori. Parlano anche alcuni ragazzi delle superiori provenienti da fuori.

In questa scuola non vengono date valutazioni, secondo i principi Steineriani, e se vengono date (perché richieste dagli alunni) sono esagerate e non fondate sulla reale prestazione, e per questo dopo un po' non vengono più date. Escludere del tutto la valutazione da un sistema scolastico può però avere più rischi che benefici, perché prima o poi il bambino dovrà confrontarsi in adolescenza o in età adulta con un mondo altamente competitivo. L’obiettivo non dovrebbe essere tanto quello di dare un’etichetta al bambino, quando fargli capire qual è realmente il livello della sua prestazione.

Nel mondo della scuola esistono due tipi di valutazione: 1) valutazione sommativa, che utilizza i numeri, e che alla fine porta a una media numerica riportata sulla pagella  -> segue quindi un principio matematico. Si dice sommativa anche perché ciascuna prova è composta da diverse parti, ognuna con un punteggio massimo, e il voto della prova dipende dalla media dei punteggi ottenuti in ciascuna parte; poi nella pagella per ogni materia viene espressa la media di tutti i voti delle prove. Questi voti esprimono il valore atteso massimo dallo studente. Tuttavia alcun insegnanti valutano non sulla base della prestazione, ma sulla base della persona. Comunque questa metodologia di voto viene utilizzata per ridurre al minimo l’errore, e per mostrare al ragazzo che non è una valutazione arbitraria, ma è data da criteri molto analitici (Il ragazzo così non sente valutato se stesso, ma il suo compito). Comunque negli ultimi anni vi è una forte spinta a 2) valutazione formativa, che valuta il processo di cambiamento dei ragazzi -> la valutazione non viene data alla singola performance, ma a tutto il processo (se la performance è scarsa, ma comunque l’impegno è stato molto elevato ed è cambiato nel corso del tempo, il voto sarà alto). Questa valutazione, non essendo così regolata da punteggi matematici come il metodo sommativo, lascia tantissimo spazio all’arbitrarietà dell’insegnante.

Nel documentario, quali sono i criteri secondo i quali gli insegnanti possono valutare il cambiamento dei ragazzi? In base alla partecipazione, all’atteggiamento propositivo, all’autonomia (anche di scelta -> il bambino può scegliere se seguire o meno la lezione -> ciò dipende sia da quanto l’insegnate è in grado di rendere accattivante l’attività sia dalle capacità del bambino di scelta). Il compito della scuola sarebbe quella di favorire una motivazione intrinseca, e di approcciarsi in maniera fruttuosa all’esperienza di apprendimento. Nella scuola del documentario questo aspetto è molto presente (muove la molla del piacer, piuttosto che della fatica), anche se poi i bambini non viene esercitata la competizione. Questa capacità nasce dalla capacità degli insegnanti di essere persone che sono attente alle persone che hanno davanti (con le loro idee, la loro creatività, le loro posizioni, le loro capacità critiche).

Tratto da PEDAGOGIA INTERCULTURALE E DELLA COOPERAZIONE di Mariasole Genovesi
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