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Aristotelismo, epicureismo e scetticismo nel Rinascimento



L’aristotelismo rimase la corrente dominante nelle università europee. Questo però andò sempre di più laicizzandosi e oggi è per gli studiosi importante in quanto rappresenta il percorso che ha portato alla nascita del moderno pensiero scientifico. È pur vero tuttavia che si sviluppò anche e parallelamente lo studio nuovo del platonismo. L’intera opera Platonica fu finalmente conosciuta e la sua filosofia letta in alternativa  a quella di Aristotele. È vero però che scarso fu lo studio filologico dei suoi testi; più che altro le sue opere furono lette alla luce di quegli scritti ermetici che Ficino e poi tutta la tradizione rinascimentale, riconoscevano come antichissimi e autentici, fonte di tutta la filosofia e di ogni rivelazione. Soltanto all’inizio del 600 verrà dimostrato che in effetti quegli scritti non erano poi così antichi. Accanto ai due grandi, fu letteralmente riscoperto l’epicureismo (Diogene Laerzio, Lucrezio). Ed infine è importante anche ricordare la rinascita dello scetticismo riscontrabile in Gianfrancesco Pico della Mirandola (nipote del grande Giovanni) e nel mago Cornelio Agrippa. Ma soprattutto in Francia lo scetticismo fece da padrone nei celebri Saggi di Montagne.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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