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Autoritarismo e cultura in Italia. Moravia e Montale


IL LENTO PROGREDIRE DELLA SOCIETA'
Autoritarismo e cultura

Abbiamo detto che ci fu modernizzazione, che significa?
L'Italia nel 1400 domina il mondo (agricoltura, manifattura, export, cultura).
Nel 1600 il declino economico ed anche culturale.
Il welfare state già dalla fine dell'800 ma prosegue nell'età giolittiana e prosegue nel ventennio fascista. Va verificato il funzionamento.

CULTURA: di solito si sviluppa e cresce quando c'è libertà. Questo periodo non era ottimale a causa del regime dittatoriale, soppressi i partiti politici e ridotta la libertà di stampa. Non ci fu una modernizzazione della cultura.
Tutto sommato essa fu alternativa, all'esterno della cultura ufficiale (Ungaretti, Montale, l'ermetismo) con pubblicazioni possibili perché la censura non fu attenta come con i quotidiani. Alcuni romanzi furono proprio clandestini. Molti intellettuali avevano legami con l'estero che sprovincializzò la nostra cultura mentre il fascismo cercava di imbrigliarla. Anche con antifascisti emigrati.
Moravia 1929 gli indifferenti. Il fascismo basava la sua immagine sul dinamismo, sull'efficienza. Presupponeva una partecipazione attiva della popolazione. Il romanzo diceva che la borghesia era indifferente a chi la governava.
Pavese, Montale, tradurranno romanzi americani come Hemingway, Steinback-Furore, che racconta delle condizioni di vita di una famiglia di contadini nel 29 costretti ad emigrare all'ovest. Una letteratura anche sociale.

Tratto da STORIA ECONOMICA CONTEMPORANEA di Barbara Pavoni
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