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Che cos’è la colpevolezza?


E’ la possibilità dell’autore di essere motivato dal diritto.
Il diritto penale serve a condizionare il comportamento dei consociati per mezzo della intimidazione.
Quando un soggetto si trova in una particolare situazione mentale da non consentirgli di conformare il proprio comportamento alle richieste dell’ordinamento allora egli non è rimproverabile.
Quindi la colpevolezza non è il processo motivazionale reale e concreto che porta un soggetto a delinquere, ma è solo quell’insieme di condizioni che permettono di formulare l’ipotesi della motivabilità del soggetto secondo il diritto.
Ci saranno, quindi, una serie di dati fattuali, come la conoscenza di una determinata norma di divieto, che permettono di effettuare un giudizio ipotetico di colpevolezza: il reo sapeva che il suo comportamento era vietato ma ciò non lo ha fermato dal compierlo.
Questi giudizi ipotetici si fanno in base a degli standard che presumono la possibilità, per il soggetto attivo, di essere motivato dal diritto.
Questi standard normativi possono riguardare condizioni (l’incapace di mente è impossibilitato ad essere motivato dal diritto, il soggetto capace invece si) o parametri (il maggiorenne è in grado di conformare il proprio comportamento al diritto, il minorenne no).
Questi standard possono anche essere il frutto di una giurisprudenza costante, come per il caso di ritenere motivabile dal diritto anche colui che ignora la legge.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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