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Concetto di matrimonio nell'antichità



Punto di vista istituzionale: il matrimonio a roma e in grecia è atto privato, affare tra capifamiglia. Non è atto giuridico. A poco a poco nel mondo ellenistico il matrimonio entra nella sfera pubblica. Il matrimonio nasce come istituzione civica in grecia. A roma è cerimonia privata ma lentamente influenzata dall'autorità pubblica. Anticamente comunque il matrimonio aveva ragion d’essere solo quando comportava effetti di diritto o status, come la trsmissione di un nome, un'alleanza ecc. insomma aveva un obiettivo, era legato a scopi politici, dinastici ed economici. Poi il matrimonio comincia a svilupparsi al difuori dell'aristocrazia ed appare come unione liberamente consentita tra 2 partner la cui inuguaglianza tende ad attenuarsi. La donna guadagna potere. Obblighi della donna in un documento dell'egitto ellenistico del 3 sec a.c.: obbedienza, proibizione di uscire, ecc… Lentamente moglie e marito entran in un sistema di doveri condivisi, e neppure lui può avere l’amante. Nasce il matrimonio per mutuo consenso, e l’idea della coppia. Insomma la pratica matrimoniale cambia aspetto: cerca garanzie nell’autorità pubblica, ma perde le sue finalità economiche e contemporaneamente si generalizza. Diventa vincolante per gli sposi e promuove consensi forti, e il legame della coppia si rafforza. Il rapporto si configura come intenso e affettivo, indipendente dallo status. Insomma qui si parla di reciprocità affettiva e mutua dipendenza, ed emergono un nuovo tipo di problemi che riguardan come l’uomo si costituisce come soggetto morale nel rapporto coniugale.

Tratto da "LA CURA DI SÉ" DI FOUCAULT di Dario Gemini
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