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Costruire generi


È attraverso il corpo che distinguiamo il sesso degli individui: ogni società umana è composta da maschi e da femmine, riconoscibili non solo dalle caratteristiche anatomiche, ma anche da una serie di elementi culturali che traducono il sesso, dato naturale, in genere. Infatti gli individui nascono sessuati ma senza genere, che dev’essere costruito sulla base di tipologie sociali condivise e accettate.
Per Norman Mailer, non basta essere anatomicamente foggiati in un certo modo per essere considerati uomini, e che l’essere uomo è legato a un concetto di virilità. Non a caso è importante distinguere il sesso dal genere: il primo è legato all’anatomia e immutabile, mentre il genere p una categoria simbolica, il prodotto di una costruzione culturale, un’icona sociale che porta con sé le implicazioni morali. È vero che non c’è nessuna società umana che attribuisce a uomini e donne compiti diversi, ma è anche vero che il modo in cui si concepisce l’essere femmine o maschi è diverso da cultura a cultura.
Sono molte le lingue che usano un termine neutro per definire i bambini: termini che indicano individui che non hanno ancora appreso le regole del vivere in società.
La costruzione del genere inizia dall’infanzia, dove vengono indicati pratiche o giochi diversi a seconda del sesso: i modi di vestire, i trattamenti, che portano anche alla divisione sessuale del lavoro; in molti casi la divisione si fonda sulla forza fisica, ma anche ora ci sono lavori tipicamente maschili o femminili.
Ci sono quindi anche riti iniziatici per conquistarsi la virilità: immersioni profonde, rischiose spedizioni, pratiche di sopportazione del dolore. Anche poco tempo fa, chi non veniva considerato idoneo alla leva militare, non era considerato un vero uomo. C’è la concezione che sia l’uomo a dover portare il pane a casa, come ostentare eccellenti prestazioni sessuali: il cosiddetto machismo. La virilità dev’essere anche ribadita nel comportamento quotidiano, con diversi modi di fare a seconda del sesso, con la gestualità: un uomo che gesticola come una donna è considerato effeminato, una donna che si comporta come un uomo è considerata mascolina.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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