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Crescita degli USA nel 900. Liberismo e capitale



Un'altra nuova potenza entra sulla scena: gli Stati Uniti. 75 milioni di abitanti, grandi risorse naturali, mercato interno florido, apparato industriale e finanziario molto concentrato, capacita innovative: nel 900 primeggiano in vari campi. Soprattutto il siderurgico. Ambivano alla missione di diffondere la modernità capitalistica e democratica, volevano un mondo di mercati aperti alla libera concorrenza, senza barriere protettive ed esclusivismi coloniali, con scambi e trasporti liberi. Nel 1898 guerra vinta contro Spagna per Cuba mostra come la moderna democrazia industriale vince un vecchio impero. In America centrale egemonia USA. Prospettiva: liberismo multilaterale, sintetizzato nella dottrina della porta aperta. Gli USA cominciano a concepire un codice di convivenza internazionale che contempla gli interessi del paese. Principio di liberta commerciale che superi gli imperi coloniali. Suggerisce implicitamente anche il ritorno della Cina alla piena sovranità amministrativa e fiscale, oltre a richiedere procedure legali per prevenire e risolvere dispute e conflitti. Ma più si collegavano i mercati, più si avvicinavano anche le tensioni. In america centrale ad esempio l'arrivo dei capitali USA sconvolse le strutture agrarie del luogo suscitando instabilità. Gli USA poi rigettavano la cultura antidemocratica dei regimi europei monarchici, con il loro orgoglio repubblicano. Ai primi del 900 emerge la covinzione che gli USA dovessero fondare la propria sicurezza e benessere sul controllo dei mari. Questo crea un potenziale antagonismo con GER e RUS, massima antitesi della cultura liberaldemocratica che invece avvicina USA e ENG. La mentalità americana avrebbe poi portato all'intervento in guerra.

Tratto da STORIA DEL NOVECENTO di Dario Gemini
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