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Critica su "Europa '51" di Rossellini



Critica: taccia il film di schematismo. In realtà ciò che infastidisce sono le conclusioni, che non portano acqua né ai marxisti né alla chiesa : i marxisti tacciano il film di misticismo, deplorando il personaggio di Andrea e il modo in cui viene dipinto il lavoro; i cattolici non gradiscono la mancanza di spirito cristiano del prete. Il film nega anche una solidarietà propriamente cristiana.
Francia: il film esce ulteriormente epurato ed è accettato favorevolmente anche dai cattolici; lo stesso in Nord America.
In Italia invece viene percepito come profondamente scomodo.
Notare una prima avvisaglia di una futura divisione di campo: Aristarco pubblica su Cinema Nuovo una foto della Bergman e della Masina nel film, e la didascalia lo definisce “conformista”, accusando Rossellini di involuzione; Bazin pubblica nello stesso anno un panorama critico della produzione italiana, con una foto simile e una didascalia che dice “Ingrid Bergman salva quasi Europa 51 agli occhi di chi non ci scopre quello che ci ha letto André Bazin”
I cambi apportati al film non riescono a incrinarlo : il modo di girare in continuità è difficilmente manipolabile, impossibile da ricondurre a una successione di campi-controcampi.
Nelle varie versioni alla fine non cambia il rifiuto di allinearsi, di uniformarsi; non cambia l’immagine del lavoro; non cambia l’immagine di Irene, che non dipende dai dialoghi ma dalla struttura narrativa, dalla composizione dell’inquadratura, dalla messa in scena del suo contrasto con l’ambiente.
Il significato del lavoro è precisato meglio nella versione A, dove è presente la sequenza girata al cinema: Irene va a vedere Totò terzo uomo di Mattoli, e assiste a un documentario dove si mostra una diga; mentre la voce narrante parla di nuove possibilità di lavoro per tutti, si vede un gorgo che risucchia l’acqua verso il basso. Può darsi che la sequenza sia stata tolta solo per abbreviare il film, come può darsi che Rossellini avesse voluto alleggerire la visione del lavoro, già abbastanza dura. La sequenza dove Irene è in fabbrica resta cruciale e identica in ogni versione.
La figura del gorgo poi ritorna più volte: percorso del locomotore elettrico di Michel, tromba delle scale, movimento dello sguardo di Irene tra le alienate; il movimento compiuto dal personaggio di Irene poi è un gorgo, e di gorgo discendente della pesantezza e ascendente della grazia parla Simone Weil.

Tratto da "LE VARIANTI TRASPARENTI". LA BERGMAN E ROSSELLINI di Marco Vincenzo Valerio
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