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Cura di sè dopo Platone



Dopo Platone la necessità della cura non è più legata alla fine dell'adolescenza, ma a tutta la vita. Lettera a Meneceo: filosofia = cura dell' anima. Obiettivo = felicità. Quando? = sempre. I giovani per prepararsi, i vecchi per ringiovanire. il centro di gravità diviene l'età di mezzo. Lucilio ha 50 anni. Epitteto forma una scuola in cui ha anche clientela adulta. I terapeuti di filone si occupano di sè a fine vita. Da un testo di Luciano si ricava tale decentramento all'età di mezzo. Si accentua la funzione critica della cura di sè. si forma l'individuo non per prepararlo ad un'attività sociale, ma per premunirlo contro le disavventure possibili, che van corrette per liberarsi. Quindi nn solo formare, ma anche correggere, iniziando da giovani. Disapprendere, raschiare via, toglier via gli errori delle nutrici e dell'ambiente familiare, o della formazione pedagogica errata. Conseguenze dello spostamento della cura di sè all'età di mezzo: funzione critica e  riavvicinamento alla medicina > correggere, riparare, ristabilire.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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