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Debuffet e l'assemblaggio

Debuffet e l'assemblaggio


ASSEMBLAGE ( il collage acquista la dimensione )

Il termine indica opere tridimensionali costituite da diversi materiali, spesso di scarto che l’artista riutilizza liberamente. Il primo ad utilizzare questo vocabolo è Debuffet nel 1954 con le statuette realizzate in cartapesta e rifiuti, ma è con la mostra The Art of Assemblage (1961) che la parola sintetizza pratiche artistiche che vanno dal collage agli ambienti. Anche con l’assemblage Picasso è in anticipo, nel 1912, realizza sculture in cui vi è la scomposizione cubista dei piani con l’utilizzo di materiali diversi. L’adozione dei materiali extra artistici coincide con il momento di maggiore interesse di Picasso verso l’arte tribale, spesso impiega legno dipinto, stoffa e corda. In ambito futurista Umberto Boccioni nel suo manifesto tecnico della scultura futurista 1912 elenca i materiali che possono concorrere all’emozione plastica: vetro, specchio, cemento, congegni meccanici ecc.. L’unica scultura polimaterica sopravvissuta di Boccioni è Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1914-15), composto da legno, ferro, rame, sui quali l’artista è intervenuto con vernici, colori a olio e tempera. L’assemblage più noto del 900 è l'esprit de notre temps realizzato da Hausmann nel 1919, testa di manichino in legno sulla quale l’artista ha inchiodato e incollato diversi oggetti, un metro da sarti, una cassa di orologio, un portamonete, un righello in legno. Ogni oggetto richiama valori della nuova società industrializzata, il denaro e il consumo, valori che si sono impossessati dell’uomo tanto da ridurlo ad un manichino. Nel 1913 Vladimir Tatlin ( costruttivismo russo) realizza i quadri-rilievi, assemblage composti da un fondo di cartone o legno sul quale incolla lamiera, rete metallica, carta dipinta. L’assemblage segna il passaggio dall’oggetto all’ambiente.
Kurt Schwitters realizza un vero e proprio ambiente, il Merzebau (1923-48) che prende forma lentamente nella casa dell’artista, con oggetti vari, soprattutto di scarto. L’opera si modifica con il tempo, alcune parti non sono più visibili e accessibili, una vera e propria costruzione.

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