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Definizione di dolo diretto

In tale caso la realizzazione del fatto tipico non costituisce lo scopo né ultimo né intermedio della condotta del soggetto, ma ciò nonostante può dirsi cmq “voluto”. La realizzazione del fatto tipico, in tali ip., costituisce una conseguenza accessoria, connessa alla realizzazione del diverso scopo per il quale il soggetto invece agisce intenzionalmente.
In pratica => (non intenzionale) l’evento non costituisce l’obiettivo diretto della condotta, ma l’agente, lo prevede e lo accetta come risultato certo o altamente probabile della propria condotta. Dolo = rappresentazione del fatto tipico come certo.
Es. chi fa esplodere un ordigno lungo il muro di cinta del carcere al fine di agevolare la fuga dell’amico detenuto, persegue lo scopo immediato di creare un diversivo e un fattore di confusione nella sorveglianza al fine ultimo di consentire l’evasione, e non quello di uccidere o ferire il passante che si trova sul luogo dell’esplosione e la cui offesa costituisce una conseguenza connessa al risultato intenzionale perseguito.
Il risultato “connesso” allo scopo perseguito intenzionalmente può essere:
la conseguenza di un’attività già di per sé penalmente illecita (come nell’es.);
la conseguenza di un’attività di per sé lecita (es. Tizio cagiona la morte del suo avversario Caio in un incontro di boxe).
In entrambe i casi, affinché si possa configurare una responsabilità dolosa per il fatto così realizzato, occorre che esso sia:
1-il risultato di una condotta pericolosa inosservante di regole cautelari oppure totalmente illecita;
2-il risultato deve essere “voluto”, nonostante non sia stato intenzionalmente perseguito.
Per l’esistenza del dolo non è sufficiente che esso sia stato oggetto di rappresentazione da parte dell’agente, visto ad es. che lo stesso legislatore all’art. 61 n.3 c.p. prevede una particolare specie di colpa caratterizzata dalla previsione dell’evento, dimostrando così che la rappresentazione del fatto non è ancora sufficiente a integrare il dolo.

Tratto da DIRITTO PENALE di Beatrice Cruccolini
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