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Disturbi della condotta: definizione


Il DSM-IV li definisce come “ comportamenti ripetitivi e persistenti che violano i diritti degli altri, le norme e le regole”; l’ICD-10 li definisce meglio qualificandoli come “antisociali, aggressivi e provocatori”; ciò significa che gli atti sociali o criminali isolati non sono,di per sé, un fondamento per la diagnosi.
A tal riguardo, vengono inquadrati nell’ambito dei disturbi da “esternalizzazione” differenziandoli dal quelli “internalizzanti” che si riferiscono a stati emotivi di ritiro, inibizione, passività, ansia e depressione.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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