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Divieto di incesto e regole matrimoniali

Il matrimonio è un legame socialmente riconosciuto, che si stabilisce fra uno o più maschi ed una o più femmine sulla base di norme che regolano l'accoppiamento sessuale in vista della riproduzione. Il rapporto sessuale fra uomo e donna e la generazione di figli costituiscono il “nocciolo duro” di qualsiasi istituzione matrimoniale. I rapporti sessuali fra parenti primari, a parte qualche sporadica eccezione, sono universalmente evitati. La frequenza relativamente più alta dei rapporti fra padre e figlia è con ogni probabilità collegata con il carattere culturale della paternità che si sviluppa come ruolo distinto da quello coniugale. La loro inibizione, aggiungendosi all'evitazione già presente in natura fra madre e figlio e tra fratello e sorella, dà forma definitiva al gruppo umano fondamentale, la famiglia nucleare, e lo stabilizza facendone un gruppo fortemente coeso e nel contempo aperto verso altri gruppi simili.

Il divieto di incesto

Tutte le società, oltre ad evitare di fatto l'incesto, lo disapprovano in maniera più o meno esplicita e molte hanno in proposito reazioni emotive assai forti e regole esplicite che lo proibiscono. Vi sono, tuttavia, eccezioni sistematiche: - unione consentita a certe categorie ristrette > matrimonio con la sorella nell'antico Egitto (individui al di sopra di qualunque norma); - unione consentita a chiunque > matrimonio con la sorellastra da parte di padre nella Grecia classica. L'evitazione di relazioni incestuose, rafforzata da divieti espliciti, deve aver costituito agli inizi e per un lungo tratto dell'evoluzione dell'uomo un vantaggio adattivo, specialmente in presenza di popolazioni di dimensioni ridotte (mantenimento del divieto). In un secondo momento, in particolari condizioni demografiche e sociali (popolazioni più ampie), può essere diventato meno importante proibirlo; nonostante tutto, il divieto di incesto si è mantenuto nella stragrande maggioranza delle società per l'inerzia tipica di tutte le invenzioni veramente fondamentali.

Esogamia, endogamia e divieto di incesto


Una volta che il matrimonio all'interno della famiglia nucleare non viene praticato, affinchè questo gruppo possa riprodursi è necessario un gruppo più vasto detto isolato matrimoniale (500- 600 individui). I membri delle famiglie devono disperdersi e circolare all'interno di una popolazione abbastanza vasta; questa circolazione può innescarsi in maniera molto semplice oppure essere guidata mediante proibizioni:

- esogamia
> parentale: vieta il matrimonio all'interno di certi gruppi di parenti;
> locale: vieta il matrimonio all'interno di un determinato territorio;

- endogamia
> parentale: matrimonio all'interno di un gruppo di parenti o di un territorio;
> locale: matrimonio all'interno di un territorio.

Tutte le società sono esogame (per il divieto di incesto) ed endogame (poiché esiste sempre un ambito sociale che coincide con il gruppo massimo al cui interno il matrimonio può avere luogo). Le proibizioni dell'incesto ed il matrimonio all'interno di confini sociali definiti sono regole universali ed elementari di esogamia e di endogamia. I due ambiti così definiti possono essere modificati da altre regole, dette esogamiche / endogamiche complesse, che ampliano l'ambito negativo dei divieti e restringono quello positivo delle preferenze.
Bisogna sempre tenere presente che:

- il divieto di incesto riguarda le relazioni sessuali ed il matrimonio fra parenti uniti da rapporti primari e fa sì che le famiglie si colleghino con il matrimonio, intrecciando reti di parentela più ampie;
- le regole matrimoniali esogamiche riguardano i meccanismi per far circolare questi individui all'interno di gruppi più vasti, determinati da fattori ecologici, economici e demografici.

La teoria dell'alleanza


Il divieto di incesto ed il suo rapporto con l'esogamia è centrale nella teoria dell'alleanza di Lévi-Strauss: nel momento stesso in cui si vieta l'incesto (passo fondamentale grazie al quale si compie il passaggio dalla natura alla cultura), ogni uomo mette le proprie figlie e le proprie sorelle a disposizione di altri uomini da cui dipende per ottenere in cambio una moglie. Lo scambio delle donne fra maschi è il primo e più fondamentale atto di reciprocità con il quale l'uomo apre i gruppi a quella comunicazione sociale ampia ed ordinata che costituisce la struttura stessa della cultura umana.

Proibizioni


Le proibizioni possono vertere su:
- categorie terminologiche: sono variabilissime (categorie di parenti, gruppi parentali o locali);
- gradi di parentela: sono tipiche dell'Occidente e possono essere stabilite secondo il sistema romano o secondo quello germanico (canonico fino al 1983). Il nocciolo duro è costituito dai parenti lineari consanguinei ed affini di qualunque grado e di quelli collaterali consanguinei fino al IV grado romano.
Preferenze La maggior parte delle società mostra preferenze per il matrimonio nella parentela e la categoria preferita è spesso quella dei cugini, con l'esclusione di quelli paralleli matrilaterali perché appartengono alla stessa generazione e hanno interazioni sociali intense e durevoli.

Proibizioni e preferenze che vertono su gruppi sociali


Dove esistono gruppi di discendenza unilineare è sempre vietato ad un individuo di spostarsi all'interno del gruppo al quale egli stesso appartiene.
Al di fuori dei gruppi proibiti la scelta del coniuge può essere o non essere vincolata da preferenze esplicite.

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