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ETICA ECONOMICA DEL PROTESTANTESIMO


Per Weber, la diffusione dello spirito del capitalismo è una conseguenza inintenzionale dell'etica economica della componente calvinista del protestantesimo (calvinismo, metodismo), per la quale gli eletti sono predestinati, scelti da Dio al momento della creazione, e il loro destino non può essere modificato. Ed in particolare l'idea di predestinazione generando angoscia e bisogno di rassicurazione, spinge il credente ad impegnarsi in modo rigoroso nel proprio lavoro.
Non solo ricerca del profitto come dovere etico, ma anche condanna del consumo di lusso e dei piaceri. Il risultato della combinazione tra spinta all'impegno rigoroso nel lavoro e restrizione del consumo favorisce la formazione del capitale attraverso la costrizione ascetica al risparmio.
Al riguardo Weber afferma che vi è profonda differenza per il comportamento individuale tra l'essere membro di una chiesa o di una setta, infatti:
-Chiesa: associazione che amministra la grazia (beni religiosi che garantiscono la salvezza) e pretende obbligatorietà per tutti.
-Setta: associazione volontaria che raggruppa coloro che per la loro condotta appaiono qualificati eticamente.
Nella chiesa si nasce, nella setta si è ammessi, ma per diventare membri occorre mostrare di essere osservanti di determinate norme e una volta ammessi, occorre confermare la propria qualificazione etico–religiosa con i comportamenti successivi.
Si determina quindi anche un interesse materiale a mantenere un comportamento eticamente qualificato, perciò le sette hanno una forma organizzativa che tende a stimolare un comportamento più rigoroso di quanto non accada con la chiesa.

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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