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Epicuro e fisiologia



In Epicuro c’è la nozione di phusiologia, ovvero la conoscenza della natura, la fisiologia. Rappresenta una modalità del sapere sulla natura, considerata filosoficamente pertinente ai fini della pratica di sé. C’è da un lato il sapere dei vanagloriosi, coloro che operano sulla pura phonè = parola concepita come suono e non come logos. Questa è la paideia, e consente di agire con millanteria verso gli altri, che voglion solo farsi ammirare. La paideia è elaborata da fabbricanti di parole. Ad essa si oppone la phusiologia, che invece prepara (paraskeuè). Ovvero equipaggia il soggetto e l’anima in modo che essi sian armati contro tutte le possibili circostanze della vita. Obiettivo è rimanere stabili. Essa produce anche uomini fieri ed orgogliosi, senza paura. Tali individui potranno diventare autarkeis, dipendenti solo da se stessi, e saranno soddisfatti di sé. Poi la phusiologia consente agli individui di compiere la partizione tra cose che dipendono da loro e cose che non. La phusiologia è conoscenza della fiusis solo in quanto tale conoscenza può servire da principio per il comportamento umano e da criterio per mettere in atto la nostra libertà. Epicuro usa il termine parresia, ovvero libertà di parola, intesa come tecnica che consente al maestro di utilizzare ciò che è utile ai fini della trasformazione del suo discepolo. È una tecnica. Epicuro dice di preferire giudizi profetici a giudizi condizionati dagli uomini. Il fisiologo annuncia a quei pochi che son veramente in grado di cambiare il proprio essere. Scopo della phusiologia = la serenità. E' richiesto insomma un sapere che verte sulle cose e sul mondo, sugli dei e gli uomini, ma allo scopo di trasformare l’essere del soggetto.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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