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Erasmo da Rotterdam: Dulce Bellum Inexpertis


non c’è iniziativa più dannosa, persistente e tenace, squallida, rovinosa e più indegna per un uomo, della guerra. Ma oggi si entra in guerra con leggerezza e per le ragioni più futili. A entrare in guerra non sono solo pagani ma anche cristiani, non solo laici ma anche sacerdoti e vescovi, non solo giovani senza esperienza ma anche vecchi saggi. La guerra è un fenomeno tanto diffuso che chi la mette in discussione passa per stravagante e suscita meraviglia e passa per irreligioso.
Chi considera la conformazione esteriore del corpo umano capirà che la natura ha creato questo essere non per la guerra non per la guerra ma per l’amore, non per lo sterminio ma per la salvezza, non per fare il male ma per fare il bene. La natura ha munito ogni animale di armi specifiche: il toro ha le corna, il leone ha gli artigli, il cinghiale i denti ecc ecc. Ha dato inoltre a queste creature un aspetto repulsivo e selvaggio e ha seminato in loro ostilità congenite. Solo l’uomo ha fatto senza peli, debole, delicato, inerme, morbido di carne, di pelle sottile e nel suo corpo manca ogni membro preordinato alla lotta o violenza. Solo l’uomo quando viene al mondo dipende per molto tempo dall’assistenza altrui. Quindi l’uomo è fatto espressamente per l’amore ed è per questo che non gli ha dato un aspetto repellente e selvatico ma mite e pacifico. Gli ha dato il riso per l’allegrezza, le lacrime per la misericordia. Inoltre ha concesso esclusivamente all’uomo la parola e la ragione che stabilisce e alimenta l’amicizia. Ha seminato in lui l’odio della solitudine e l’amore della compagnia.
La guerra invece sono eserciti coperti di ferro che si fronteggiano in ordine di battaglia, lo scoppio delle armi, sguardi minacciosi, rimbombo di corni, squilli di tromba, tuoni di cannoni, fiumi di sangue umano. Case incenerite, villaggi i fiamme, bestiame rubato, ragazze violentate, vecchi prigionieri, chiese saccheggiate, furti rapine, violenze. Donne senza marito, bimbi senza padre, ricchi ridotti in miseria. Indifferenza religiosa, inosservanza delle leggi.
La pace è invece la condizione più prospera. Esiste qualcosa di più soave e proficuo dell’amicizia? La pace è un’amicizia generalizzata. La pace è madre e nutrice di ogni bene. I coltivi sono ben curati, i giardini in fiore, il bestiame prospera, costruiscono ville, nascono nuovi borghi, i patrimoni crescono, aumenta la gioia di vivere, le leggi sono rispettate, si consolidano le istituzioni civili, i giovani si istruiscono, i vecchi godono il loro riposo.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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