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Esercizi di Epitteto per la cura di sè



In Epitteto troviamo 2 schemi per esercizi, in 2 forme: l’esercizio-passeggiata, valutando delle rappresentazioni se dipendiamo o meno da esse. Esercizi-memoria, ricordarsi di un evento e poi chiedersi in cosa consiste, quale ne è la natura e che azione esercita su di me. Nella letteratura monastica del 4° sec, vedi Cassiano, troviamo simili esercizi. Lo spirito come qualcosa in perpetuo movimento, l’idea di esser vigili in ogni istante per decidere quali rappresentazioni vanno accettate, come fa il mugnaio che cura il grano buono, e come il banchiere. Differenza: i cristiani non vogliono studiare il contenuto oggettivo della rappresentazione, non gli interessa sapere la natura dell’oggetto rappresentato, ma solo il grado di purezza della rappresentazione in quanto immagine, se essa è mischiata alla concupiscenza, se tale idea mi viene da Dio o da Satana. Anche Marco Aurelio pone la questione dell’origine, ma non quella dell’origine della rappresentazione. Lui vuole l’origine della cosa rappresentata, se questa appartiene o meno all’ordine del mondo, o direttam dalla provvidenza di Dio.
Analisi degli stoici: contenuto rappresentativo = un sapere sul mondo, conoscere cosa è il mondo esterno.
Esercizio spirituale cristiano: natura e origine del pensiero in quanto tale = un sapere sull’interiorità.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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