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Gadda – L'autorità fascista frutto di violenza e paura


Essendo delle persone senza un mestiere, senza una formazione, coloro che circondavano il Duce non potevano esercitare alcuna autorità sulla popolazione. Semplicemente non erano riconosciute come tali. Avevano quindi bisogno di darsi un’autorità, di conferirla a se stessi legittimandosi da se ad esercitarla. Non trovarono miglior modo che quello di far uso della violenza, vendendola per virilità, peraltro funzionale alla celebrazione dell’io erotico.
Attraverso l’uso della forza e dell’irruenza manifesta, incutevano timore e rivestivano la propria personalità di una rispettabile aurea di autorevolezza. I fascisti facevano uso del sopruso sistematico e organizzato e fin dall’inizio questa fu la modalità pratica per attuare il loro progetto di presa del potere. Dall’omicidio Matteotti dell’estate del 192412 in poi, l’Italia rimase in preda di una continua escalation di repressione di ogni dissenso, partecipata attivamente dai cittadini-delatori e subita passivamente dagli stessi, quando era la Polizia a far la sua parte.
Accanto alla repressione il fascismo aveva bisogno della creazione di un vasto consenso popolare, che desse l’investitura necessaria e ufficiale alle nuove autorità “rivoluzionarie”: Duce, gerarchi, gendarmi, squadracce fasciste.

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