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Girolamo Savonarola: Una predica nell’avvento, Sopra Aggeo, La richiesta di un concilio


Le sue sono tra le prime richieste di riforma della chiesa e si scaglia contro i papi corrotti. Contiene alcuni tratti della futura ribellione luterana che condurrà allo scisma protestante: l’affermazione del primato delle scritture, la condanna delle esteriorità liturgiche, la critica dei benefici ecclesiastici, la necessità della convocazione di un concilio per la riforma della chiesa. Risiede in Savonarola l’apparente contraddizione tra esigenza di riforma e critica della modernità quasi che la prima dovesse passare tramite un ritorno al passato ed esprimesse quindi intenti di conservazione. Il ritorno al passato può avvenire solo nel futuro e comportare caratteri di forte novità modellati sulla tradizione.  ne “una predica nell’avvento” (1493) dice che i predicatori hanno abbandonato la sacra scrittura e si sono dati all’astrologia e alla filosofia. Usano la sacra scrittura come ancella. Dice che le poche vergini che ci sono n chiesa lo sono solo nel corpo perché non hanno la verginità della mente e sono aride di devozione. Non ci sono predicatori che predicano la verità e in chiesa entra indifferentemente chi vuole ed è piena di bestie e animali selvatici. Dice che solo una cosa ci diletta nella chiesa: il fatto che sia tutto dipinto e interpellato e le cerimonie sono molto belle.

Poi nel “Sopra Aggeo” (1493) esorta i sacerdoti, i preti, i prelati ad abbandonare i benefici che non possono tenere, di lasciare le concubine ed iniziare a far penitenza. Li esorta a dire le messe con devozione altrimenti perderanno i benefici e la vita.
Esorta i monaci a lasciare le cose superflue, gli argenti, a darsi alla semplicità e lavorare con le loro mani come facevano gli antichi monaci perché comunque verrà il tempo in cui lo faranno per forza.
Esorta le monache a lasciare i canti figurati, dice loro di piangere e pentirsi per i loro difetti ed errori perché verrà il momento in cui Dio le punirà se non cambieranno i loro costumi.
Esorta i lussuriosi a vestirsi di cilicio e fare penitenza e dice loro di portargli le vanità e i libri contro la fede per dargli fuoco.

Ne “la richiesta di un concilio”  dice che Dio ha stabilito di fare in terra giustizia e misericordia e restituire all’antica dignità la sua chiesa cacciandone i pessimi ministri e convertire a sé gli infedeli. Dice che Dio ha scelto lui per rivelare tutto ciò ed egli non ha ma smesso di invocare i peccatori alla penitenza e annunciare l’ira incombente.  Dice che Alessandro IV (papa dal 1492 al 1503) non è un pontefice e non può essere ammesso al pontificato perché è colpevole di simonia, si è impadronito della mitra e ogni giorno offre ai compratori i sacri benefici; poi non è cristiano, non crede in alcun dio e così supera ogni eccesso e infedeltà. Da parte di Dio invita l’imperatore Massimiliano I come difensore del mondo cristiano affinchè invochi un concilio per venire in soccorso della rovina delle anime altrimenti non eviterà la colpa e lo sdegno del Signore.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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