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Gli Statutes nel diritto americano


Si è già detto in più occasioni che la Common Law è entrata nell’età degli Statutes, e ciò è soprattutto vero con riferimento agli Stati Uniti, ove, tra l’altro, sono presenti sia leggi locali sia leggi federali.
Ancor più difficile che in Inghilterra è dunque considerare la legge, del Congresso o dei Parlamenti Statali, un semplice accessorio rispetto alla giurisprudenza.
Altri due elementi devono però essere considerati per comprendere il ruolo della legge nel sistema delle fonti dell’ordinamento americano.
Ancora una volta il riferimento è alla Costituzione e alla dottrina.
La presenza della Costituzione ha in qualche modo familiarizzato il giurista americano con le disposizioni scritte di portata generale.
Le clausole aperte della Carta fondamentale si sono mostrate una buona palestra per l’esercizio ermeneutico del giudice, che si pone dinnanzi allo ius scriptum in modo meno rigido rispetto al collega inglese.
Mentre il giudice inglese è guidato dalle singole parole della norma, il giudice americano è avvezzo a cercare la policy ad essa sottesa.
Infine, negli Stati Uniti, esistono esempi di codificazione del tutto sconosciuti in Inghilterra, e fra queste un’importanza particolare è assunta dello UCC.
Sembra che in America gli Statutes ben si armonizzino con il corpus della Common Law.

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