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Gli esiti della rivoluzione inglese del 1600


Fu un  larghissimo schieramento formato da Whigs e Tories a offrire la corona d’Inghilterra allo Statolder d’Olanda Guglielmo III d’Orange e a sua moglie Maria Stuart, figlia di Giacomo II, entrambi protestanti. Nel 1688 un piccolo esercito olandese sbarcò sul suolo inglese senza incontrare nessuna resistenza. Giacomo II fuggì presso Luigi XIV. Il primo atto di Guglielmo III fu nel 1689 l’emanazione del Bill of Rights (la dichiarazione dei diritti): rappresentò la fine della monarchia assoluta e definì il nuovo equilibrio costituzionale inglese fondato sulla limitazione dei poteri del re al quale spettava la funzione di capo dello stato (il re regna, non governa). La fonte della sovranità non era più la persona del re ma il re nel parlamento, il rappresentante della volontà della nazione.

Negli anni 40 del 600 in Europa scoppiarono molte rivolte ma un’unica rivoluzione ebbe successo. Rivolte furono quelle che scoppiarono nell'impero spagnolo (catalogna, regno di Napoli, Sicilia) e quelle francesi contro la centralizzazione dello stato assoluto. Rivoluzione fu solo quella inglese. Con il concetto di rivoluzione si intende un mutamento radicale degli equilibri politici preesistenti; come quello di rivolta una sospensione temporanea su scala regionale e locale di un assetto sociale e costituzionale che non viene intaccato nelle sue fondamenta e che conserva in altre parti del paese la sua legittimità e i suoi effetti.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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