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Gradi di conoscenza in Hegel. Coscienza, percezione, intelletto e autocoscienza




Così come esistono delle figure nel processo dialettico esistono delle “figure” nel processo conoscitivo. Esse costituiscono una scala, il primo gradino della quale è la coscienza; essa come abbiamo visto rappresenta quel momento in cui il soggetto sente l’oggetto come altro da sé. Questo suo sentire si esplica in un primo momento in una certezza sensibile dell’esistenza dell’altro da sé. Ma ad un gradino superiore all’interno della coscienza sta la percezione, che non coglie più l’oggetto nella sua particolarità, ma si accorge che la conoscenza di un oggetto particolare può essere ampliata a qualsiasi oggetto. La conoscenza allora si fa più generale. Il terzo momento dello sviluppo della coscienza è l’intelletto il quale coglie l’oggetto come fenomeno (e non più ambiguamente solo come oggetto) inteso come manifestazione di forze che agiscono secondo una legge che stabilisce l’unità dell’oggetto. Il soggetto però si accorge che questa legge in realtà non appartiene più al fenomeno ma è extra-sensibile e dipende dal soggetto stesso. Una volta che la coscienza diventa consapevole di ciò passa alla figura successiva: l’autocoscienza. Essa è un’autocoscienza individuale che incontrando altre autocoscienze entra in conflitto con loro. Quello che a lei serve è allora il riconoscimento della sua superiorità nei confronti delle altre. Essa allora, così come tutte le altre, ingaggia una “lotta a morte”.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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