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I contratti di custodia: il deposito in cassette di sicurezza


Tradizionalmente la banca ha sempre svolto attività di custodia di beni di valore.
Il contratto destinato a tale funzione è il deposito in cassette di sicurezza con il quale la banca loca al cliente una cassetta al fine di riporvi oggetti (che restano ignoti alla banca) e assume l’obbligo di custodire la cassetta e i locali ove essa si trova.
L’apertura della cassetta può avvenire solo mediante l’uso di due chiavi, l’una della banca e l’altra del cliente.
Oggetto di frequenti contenziosi è la materia della responsabilità della banca: la legge prevede che essa risponda “per l’idoneità e la custodia dei locali e per l’integrità della cassetta, salvo il caso fortuito”.
Le banche hanno sempre cercato, tramite le n.u.b., di circoscrivere la loro responsabilità, prima limitando l’importo del danno risarcibile, poi prevedendo per l’utente l’obbligo di non immettere nella cassetta beni di valore superiore a un determinato valore.
Entrambe queste clausole sono state dichiarate nulle.
Resta, tuttavia, per il cliente l’arduo onere di provare in contenuto della cassetta di sicurezza e il suo valore.

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Stefano Civitelli
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