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I ruoli nelle organizzazioni


il ruolo è l’insieme dei comportamenti che ci si aspetta da chi occupa una determinata posizione all’interno di un gruppo e qualsiasi organizzazione ha in sé una divisione più o meno rigida di ruoli e funzioni. Ogni ruolo si distingue per un sapere, un saper fare e un saper essere e contribuisce a determinare e definire la distribuzione dei ruoli il potere che le persone hanno e detengono in quel sistema che rispecchia le funzioni svolte in quel contesto organizzativo. (Anche il potere del formatore è un potere dato dal ruolo).
Il primo ruolo con cui un formatore entra in contatto è quello di chi in azienda occupa una posizione gerarchica con mansioni dirigenziali ed è il ruolo su cui si fonda l’inizio del processo formativo. Il formatore si confronta sia con le proprie competenze e conoscenze sia con le dinamiche del gruppo di formazione che gli richiede una capacità costante di gestione e coordinamento. Inoltre il formatore, all’interno del colloquio di formazione, è colui che funge da organizzatore, che scandisce il ritmo e le modalità del discorso, un leader organizzativo che ha il fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
La formazione è un momento e uno spazio di riflessione e di apprendimento all’interno di un contesto che va protetto così che sia possibile sospendere l’azione e riflettere sui ruoli, funzioni rivestiti all’interno dell’organizzazione.
-Il termine leader ha a che fare con l’atteggiamento propositivo che un individuo ha all’interno di un gruppo o di un’organizzazione. Ha una funzione innovativa e creativa, si espone in prima persone e cerca di coinvolgere anche gli altri nelle attività che sta portando avanti.
La leadership può essere carismatica (grande carisma naturale); situazionale (in quel momento e in quella determinata situazione è la più adatta); organizzativa (caratteristica principale di saper organizzare un gruppo e di portarlo al raggiungimento di un obiettivo; emozionale (di tipo affettivo, per incrementare e mantenere la coesione sociale).
-Motivazione: Bisogna dare inoltre importanza agli aspetti motivazionali che ne stanno alla base, che investono tutti gli attori della formazione e che determinano, pregiudicano e influenzano qualsiasi processo di apprendimento. La motivazione è la spinta che fa tendere un comportamento verso un obiettivo e può essere:
Motivazione estrinseca, se questa spinta viene da fattori esterni all’individuo, ovvero non parte dal soggetto/utente dell’intervento ma qualcuno ha deciso per lui sulla base di una percepita/supposta necessità o carenza. In questo caso la formazione è intesa come trasmissione di conoscenze e informazioni.
Motivazione intrinseca: la spinta ad apprendere viene direttamente dall’individuo, utente e committente della formazione e l’obiettivo da perseguire è visto come utile, funzionale al raggiungimento degli obiettivi generali dell’organizzazione per cui si lavora.

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