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Il Principe e i Discorsi di Niccolò Machiavelli

Il Principe


E’ una critica radicale alle dottrine umanistiche del buon principe. Ispiratosi al De Officis di Cicerone, Machiavelli esorta il principe, soprattutto colui che non ha ancora consolidato il proprio potere, ad usare la “bestia e l’uomo” cioè deve essere metà uomo (usando le leggi) e metà bestia (usando la forza violenta del leone e la forza astuta della volpe).
Secondo Machiavelli, nulla di crudele può mai essere utile. per l’autore bisogna distinguere tra crudeltà male usate e crudeltà bene usate.
Lo stesso Cicerone, nelle sue opere retoriche, aveva ammesso che quando è in gioco la sicurezza dello stato, l’onesta può essere momentaneamente messa da parte. In un altro libro di retorica l’autore osserva che l’oratore deve consigliare azioni che vanno contro le virtù, deve cambiare i nomi alle cose e dire che ciò che solitamente si chiama virtù, in effetti è vizio.
Machiavelli, come si nota dalle pagine del principe, fu un repubblicano ma il suo repubblicanesimo fu un’adesione ai principi del vivere politico e civile, ovvero all’ideale di una repubblica fondata sul governo della legge e sul bene comune. Qualsiasi altra forma di governo o è una tirranide o una repubblica corrotta.


I Discorsi


Contrasta il vivere politico con la tirranide intesa come potere al di sopra delle leggi e in altro luogo con la città corrotta e spiega che la città corrotta è quella in cui le leggi ben ordinate non giovano.
Quando parla del governo della legge come principio fondamentale del vivere politico e civile, Machiavelli intende il governo delle legge giuste che valgono per tutti e perseguono il bene comune e la libertà dei cittadini. Poiché il governo della legge e il bene comune sono i requisiti necessari della vita civile, la miglior forma di governo è quella che protegge meglio questi due beni. Un vivere civile può essere istituito sia per mezzo di un governo repubblicano ovvero un governo in cui il potere di approvare le leggi e scegliere i magistrati, appartiene ai cittadini oppure per mezzo di una monarchia se il monarca è anch’egli sottoposto alle leggi. Egli valuta positivamente i conflitti sociali perché una buona repubblica deve al tempo stesso, tollerare e moderare i conflitti sociali e per evitarli, le repubbliche dovrebbero o restringere il più possibile il numero dei cittadini o non impiegare i propri cittadini in guerra. Machiavelli sottolinea che nel governo popolare è più facile che il bene comune prevalga sugli interessi particolari. Machiavelli è un sostenitore di una costituzione repubblicana ben ordinata ovvero una costituzione politica che riconosce il giusto spazio ai diversi gruppi sociali e ai diversi umori. Per Machiavelli, essere liberi significa non dipendere dalla volontà di altri uomini, la libertà politica è l’opposto della condizione servile e di schiavitù. Perché gli individui siano in libertà è necessario che siano rispettate le regole del vivere civile: solo se sarà restaurato il governo della legge e se le leggi che proteggono gli interessi delle fazioni saranno sostituite con leggi che mirano al bene comune.
Per Machiavelli anche un monarca o un principe possono garantire la sicurezza ai loro sudditi, solo la loro autorità è limitata e non possono violare le leggi. Solo la Repubblica consente il godimento effettivo della libertà politica come la partecipazione alle deliberazioni pubbliche e la libertà di parole. Solo in una repubblica la libertà è sicura, perché i cittadini non sono in condizione di dipendenza dalla volontà del principe o del monarca ma dipendono solo dalle leggi.


Il tema della corruzione politica


La teoria politica di Machiavelli si fonda sull’opposizione fondamentale: La corruzione.
Il tema di fondo degli scritti diMachiavelli è la ricerca di rimedi istituzionali, politici, e morali per prevenire, frenare e debellare la corruzione politica. La corruzione è mancanza di virtù ovvero è una sorta di pigrizia, di inattitudine alla vita politica, è la mancanza di quell’energia morale e fisica necessaria a mantenere in vita una comunità civile. Per corruzione Machiavelli intende la corruzione dei costumi, e del modo di vita che si manifesta nel rifiuto o nella incapacità di porre il bene comune al di sopra degli interessi particolari. Nella città corrotta non c’è vera solidarietà, perché i cittadini si riuniscono solo per fare del male alla patria o ad altri cittadini, non c’è fiducia reciproca perché i giuramenti e le promesse sono rispettati solo fin quando sono utili o vengono fatti solo per ingannare. Machiavelli investiga anche sulle cause della corruzione fra cui menziona il fatto che una città o un popolo si siano formate come colonie, inoltre afferma che i popoli nati servi o che hanno vissuto sotto un principe non sanno governarsi da soli.
Machiavelli insiste sugli effetti corruttori generati dalle eccessive ricchezze che permettono a pochi cittadini di ottenere un potere incompatibile con il governo della legge tramite l’elargizione di favori. Un’altra causa potente di corruzione è la religione cristiana. Ma alla fine, quale sia la causa della corruzione, essa determina sempre la fine di quel governo e quindi la perdita della libertà politica e l’impossibilità di conquistarla.
Per questa ragione il compito fondamentale del vero politico che è un uomo virtuoso ed oratore eloquente è quello di prevenire che la corruzione distrugga il vivere civile. A questo fine, Machiavelli prescrive come regola fondamentale il rispetto dei principi dell’ordine giuridico.
Egli non deve permettere che i cittadini privati amministrino la giustizia al di fuori delle leggi, deve educare i cittadini alla disciplina militare e deve rispettare e incoraggiare le cerimonie religiose che mantengono vivo il timore di Dio.
Machiavelli esorta le repubbliche a dotarsi di procedure costituzionali che le permettano di affrontare gli stati di emergenza, anche se necessario violando le leggi. Per usare mezzi straordinari al fine di restaurare il vivere civile in una città corrotta è necessario l’intervento di un uomo di straordinaria virtù capace di conquistare un potere assoluto che gli permetta di disporre della città a suo modo. Riordinare una città al vivere politico presuppone un uomo buono ma per conquistare un potere assoluto, in una città corrotta, è necessario un uomo cattivo. Machiavelli si appella all’amore della patria in tutti i suoi lavori.

Tratto da NICCOLÒ MACCHIAVELLI di Carmen Maiorino
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