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Il Rischio di prezzo


L’attività di negoziazione in proprio di valori mobiliari origina guadagni o perdite in conto capitale a seconda che il prezzo di vendita sia superiore o inferiore al prezzo di acquisto (o di carico); e la somma algebrica dei guadagni e delle perdite in conto capitale è denominata  il "risultato di negoziazione titoli", che è una componente significativa del risultato reddituale di periodo.
Invece, sui titoli presenti in portafoglio (al momento della redazione del bilancio) si formano plusvalenze/minusvalenze a seconda del fatto che i prezzi di mercato siano superiori o inferiori ai prezzi di acquisto o ai rispettivi prezzi di carico.
Se la valutazione dei titoli, in sede di redazione del bilancio, segue il criterio del valore di mercato, tali plusvalenze e minusvalenze concorrono alla formazione del risultato economico di periodo, e quindi determinano variazioni del valore economico del patrimonio netto.
Le conseguenze derivanti dalla diminuzione dei prezzi dei titoli in portafoglio possono portare al caso estremo dell’insolvenza, o comunque, un intermediario il cu portafoglio ha subito sensibili deprezzamenti o risulti particolarmente esposto al rischio di variabilità dei prezzi, può incontrare difficoltà a contrarre nuovi debiti o può essere costretto ad accettare condizioni più onerose.
Inoltre, l’esposizione al rischio di prezzo non deriva solo dai titoli presenti in portafoglio, ma è determinato anche dal saldo netto dei titoli comprati e venduti a termine.
Analogamente a quanto accade per le valute, una vendita a termine di titoli individua una "posizione corta" mentre un acquisto a termine definisce una "posizione lunga"; inoltre i titoli presenti in portafoglio individuano altrettante posizioni lunghe.
La posizione netta, relativamente a un dato titolo, si calcola come somma algebrica dei seguenti valori:
il valore di carico del valore complessivo dell’investimento di un certo titolo
+ il valore totale degli "impegni a ricevere" il medesimo titolo
- il valore totale degli "impegni a consegnare" il medesimo titolo
Una posizione netta lunga espone al rischio di ribasso del prezzo del titolo e consente di realizzare guadagni in conto capitale in caso di rialzo; il contrario avviene per una posizione netta corta.
Con riferimento a un titolo specifico o a date categorie di titoli, è possibile definire il concetto di rischio di posizione, che misura l’effetto prodotto da una data variazione di prezzo sul controvalore totale netto delle posizioni in essere.

Le variazioni dei prezzi si possono classificare in base alle cause che li determinano in:
* variazioni dovute a mutamenti generali delle condizioni di mercato (rischi generali): rischio legato all’andamento generale dei corsi del mercato azionario per i titoli di capitale, rischio di interesse per i titoli di debito, rischio di prezzo legato alle variazioni dei tassi di cambio. Per la copertura di questi rischi è disponibile un’ampia gamma di strumenti finanziari (future e opzioni sugli indici azionari per i titoli di capitale; future, opzioni e swap per i titoli di debito)
* variazioni dovute a circostanze particolari riguardanti il singolo emittente (rischi specifici): rischi di credito per i titoli di debito; rischi collegati ala specifica situazione economica dell’emittente per i titoli di capitale. La protezione da tali rischi specifici viene realizzata prevalentemente mediante un’attenta valutazione e selezione dei titoli in portafoglio e un’opportuna diversificazione del portafoglio stesso; tuttavia anche in questo caso il rischio può essere gestito mediante l’impiego di strumenti derivati.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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